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Martedì, Febbraio 25, 2025

Dopo tredici mesi dall'accordo con RFI sulla manutenzione infrastrutture, ci troviamo in Veneto con una spaccatura netta tra le due DOIT.Da un lato la DOIT di Venezia ha siglato l'accordo territoriale, cercando di mitigare e migliorare le condizioni lavorative di chi opera nelle infrastrutture, ponendo l'accento sulle migliorie da apportare all'orario di lavoro e alla qualità del riposo con l’obiettivo di garantire quanti più riposi nei weekend agli operatori di manutenzione infrastruttura.Infatti, sono stati raggiunti dei buoni risultati e l'accoglienza da parte dei lavoratori è stata buona, visti gli esiti delle votazioni referendarie nella maggior parte dei nuclei manutentivi.Nella vicina DOIT di Verona, invece, dopo svariati tentativi di arrivare alla firma, a oggi non è stato ancora sottoscritto alcun verbale d'accordo. I fattori sono molteplici. Da un lato l'azienda non fornisce garanzie sulle assunzioni o apporti di personale, dall'altro i lavoratori di manutenzione infrastruttura della DOIT di Verona sono fortemente contrari all'applicazione di una rotazione dei turni di lavoro con la compressione del riposo a 8 ore.Dopo mesi di trattative e di assemblee nel territorio tra i lavoratori, come FAST Confsal ci troviamo in una situazione di stallo. Come firmatari dell'accordo nazionale del 10 gennaio 2024, siamo consapevoli e convinti della sua bontà ma, davanti a un'azienda completamente impreparata a gestire la grande mole di assunzioni per garantire il minimo dell'accordo e alla mancanza di una programmazione seria e oculata della formazione del personale (di fondamentale importanza per garantire gli standard minimi di qualità dell'infrastruttura), non siamo in grado nemmeno di portare ai lavoratori una prospettiva sul lavoro futuro che possa definirsi dignitosa e rispettosa dei dettami stessi.Questa situazione di stallo non solo crea un clima di tensione tra le parti coinvolte, ma rischia di compromettere seriamente la sicurezza e la qualità delle infrastrutture ferroviarie nella regione. L'assenza di un accordo territoriale a Verona ha già portato a una serie di problemi operativi, con turni di lavoro poco sostenibili e una crescente insoddisfazione tra i lavoratori. La necessità di un cambio di rotta da parte dell'azienda è dunque fondamentale per evitare il rischio di un deterioramento delle condizioni di lavoro e del servizio offerto.Uno dei punti più critici riguarda proprio la carenza di personale, una problematica che si riflette direttamente sulla gestione dei turni e sulla possibilità di garantire riposi adeguati. Senza un adeguato piano di assunzioni e formazione, il personale attualmente impiegato si trova a dover sostenere un carico di lavoro sempre più pesante, con conseguenze negative sul benessere psicofisico e sulla sicurezza operativa.Le assemblee sindacali continuano a essere momenti di confronto fondamentali, ma il rischio è che senza un'apertura da parte dell'azienda, la situazione rimanga invariata. I lavoratori chiedono garanzie precise su turni, riposi e nuove assunzioni, ma senza risposte concrete il malcontento potrebbe sfociare in forme di protesta più incisive. Già si stanno valutando possibili azioni di mobilitazione per portare la questione all'attenzione pubblica e ottenere un intervento risolutivo.Di fronte a questa impasse, FAST Confsal ribadisce la necessità di un tavolo di confronto serio e produttivo, che tenga conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte. L'obiettivo è garantire condizioni di lavoro dignitose, un servizio efficiente e, soprattutto, la sicurezza delle infrastrutture ferroviarie. La speranza è che, con il giusto impegno e la volontà di trovare soluzioni condivise, si possa arrivare a un accordo che tuteli i diritti dei lavoratori senza compromettere la funzionalità del servizio ferroviario in Veneto.