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Martedì, Aprile 15, 2025

Se manca la destinazione, non basta il viaggio

Diciotto mesi di confronto, centinaia di ore in trattative, una piattaforma unitaria che chiede equilibrio tra vita e lavoro, doppi riposi garantiti, regole certe, valorizzazione dei turni e del lavoro festivo. Eppure, il rinnovo del CCNL Mobilità – Area AF sembra bloccato su un binario morto. E non per colpa del sindacato.
Le proposte di Agens e Gruppo FS, pur riformulate, ripropongono lo stesso schema rigettato nel 2022: eliminazione del limite minimo di 30 ore settimanali, abolizione del range ±10% nella programmazione, estensione delle fasce notturne, moduli di equipaggio definiti solo su base aziendale. Nessuna vera contropartita in termini di diritti o qualità della vita lavorativa.
Si tenta ancora una volta di trasformare il contratto in un atto notarile della gestione, non in uno strumento di riconoscimento della professionalità. Come se i lavoratori fossero un ostacolo, non il motore stesso del sistema.
Non accettiamo che il confronto sia ridotto solo alla questione degli equipaggi. Il contratto riguarda tutti i ferrovieri, nessuno escluso. E riguarda anche il mondo degli appalti, che non può essere liquidato con formule generiche o atti formali, senza impegni concreti su tutele e condizioni di lavoro. C’è poi un’urgenza che non può più attendere: il salario. Con l’inflazione che ha eroso il potere d'acquisto e gli stipendi fermi da anni, è inaccettabile rinviare. Non si parla solo della retribuzione base ma anche di indennità per turni, notti, festivi e reperibilità, oggi del tutto inadeguate. Senza un effettivo e proporzionato riconoscimento economico, il contratto sarà solo una vetrina vuota.
Per questo abbiamo proclamato uno sciopero nazionale di 8 ore per il 6 maggio. Non è una minaccia: è una risposta. Perché non si costruisce un futuro schiacciando chi quel futuro lo tiene in piedi.
Chi punta a chiudere con una firma frettolosa è sulla strada sbagliata.
Il tempo delle scorciatoie è finito. Serve una trattativa vera. E serve ora.