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Martedì, Aprile 15, 2025
Le molestie sul lavoro sono un problema serio, con impatti legali e psicologici profondi sui dipendenti. Questi atti compromettono non solo la dignità delle vittime, ma creano anche ambienti di lavoro tossici. Questo articolo analizza il concetto di molestie, la normativa italiana e una recente
sentenza della Corte di Cassazione (n. 23295 del 31 luglio 2023)
 
Cosa sono le molestie sul luogo di lavoro
Le molestie consistono in comportamenti indesiderati che violano la dignità di una persona, creando un ambiente intimidatorio o offensivo. Possono manifestarsi in forme verbali, fisiche o psicologiche e includere:
 
• Commenti inappropriati
• Battute sessuali
• Allusioni sessuali
• Contatti fisici non richiesti
• Pressioni per favori sessuali
• Discriminazioni basate su genere, età, razza, religione o orientamento sessuale
 
Il Codice delle Pari Opportunità (D.Lgs. 198/2006) vieta le
molestie, mentre il Testo Unico sulla Sicurezza nel Lavoro (D.Lgs. 81/2008) include le molestie tra i rischi psicosociali da prevenire.
 
Molestie sessuali
 
Le molestie sessuali sono comportamenti a connotazione sessuale che ledono la dignità del lavoratore, come:
• Proposte sessuali non richieste
• Commenti sul corpo di una persona
• Contatti fisici inappropriati
• Diffusione di materiale osceno
 
In Italia, la normativa principale include il Codice delle Pari Opportunità e il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, che stabiliscono obblighi per i datori di lavoro nel garantire un ambiente di lavoro privo di molestie. 
 
Obblighi del datore di lavoro
Il datore ha l’obbligo di adottare misure preventive, come politiche interne chiare e gestione corretta delle segnalazioni. La mancata attuazione di tali misure può comportare responsabilità civile e penale.
La Sentenza della Corte di Cassazione n. 23295 del 31 Luglio 2023.
La sentenza n. 23295 ha affrontato un caso di molestie sessuali riguardante un dipendente licenziato per giusta causa a causa di allusioni sessuali verso una nuova collega.
 
I fatti del caso
Il lavoratore aveva fatto ripetuti commenti sessuali, difendendosi affermando che fossero "scherzosi" e non meritevoli di licenziamento.
 
La decisione della Corte
La Corte ha confermato il licenziamento, sottolineando che anche in assenza di intensioni offensive, le allusioni sessuali possono giustificare il licenziamento. Due principi fondamentali hanno guidato questa decisione:
 
1. Diritto alla dignità: ogni lavoratore ha diritto a lavorare in un ambiente rispettoso della dignità. Le battute sessuali, anche se non intenzionalmente offensive, violano questo diritto.
2. Valutazione obiettiva delle molestie: le molestie devono essere giudicate in base all'impatto avuto sulla vittima e sull'ambiente lavorativo. È essenziale promuovere il rispetto reciproco, specialmente in contesti di disparità di potere.
 
In sintesi, questa sentenza sottolinea l'importanza di mantenere un ambiente lavorativo rispettoso e privo di molestie, evidenziando le responsabilità in capo ai datori di lavoro. La dignità di ogni lavoratore deve essere salvaguardata per un ambiente produttivo e sano.