Martedì, Luglio 8, 2025
Il contratto della Mobilità – Attività Ferroviarie non è stato solo firmato. È stato votato. In questa scelta risiede una differenza sostanziale. Il 68% di “sì” su un’affluenza del 53% certifica una maggioranza netta ma dentro un contesto che merita attenzione.
È la prima consultazione referendaria dal 2017 e si è svolta in un momento insolito: nel pieno del periodo feriale, quando circa il 18% del personale era in ferie turnificate. Un dato che, sommato alle astensioni fisiologiche e a una certa disillusione, ha inevitabilmente inciso sulla partecipazione. Eppure, chi ha votato ha dato un segnale chiaro: non di entusiasmo, ma di responsabilità.
Il contratto è stato ritenuto un passo avanti, soprattutto per i lavoratori degli appalti, spesso dimenticati nelle stagioni contrattuali precedenti. E va riconosciuto che a questo consenso espresso si somma idealmente anche quello di chi ha firmato l’accordo senza richiedere un referendum, confermando comunque la condivisione del percorso.
Naturalmente, quel 32% di contrari resta un segnale da non ignorare. Parla di un malessere, in particolare tra i lavoratori più esposti ai disagi del servizio e alle rigidità organizzative. È a loro che ora occorre restituire attenzione.
Questo referendum non chiude: apre. Apre la stagione dell’attuazione, della coerenza, della verifica nei luoghi reali del lavoro.
La vera legittimazione di un contratto si gioca nei reparti, nei turni, nelle buste paga. Se sarà così, forse il sindacato avrà davvero fatto un passo avanti. Non solo per sé ma per chi lavora ogni giorno, chiedendo che alle parole seguano i fatti.