Salute e sicurezza nel lavoro a turni: il ciclo di seminari FAST-Confsal accende i riflettori su un tema troppo spesso ignorato dalla politica
Il lavoro notturno e a turni rappresenta la spina dorsale silenziosa di un Paese che pretende servizi continui ma troppo spesso dimentica il prezzo umano che questi comportano. Per questo, FAST-Confsal ha promosso il ciclo di seminari “Fuori Orario”, un percorso in tre tappe pensato per riportare al centro del dibattito pubblico la salute e la sicurezza dei lavoratori turnisti.
Il primo appuntamento si è svolto a Bologna il 10 giugno scorso, con un focus sugli aspetti medici e scientifici del lavoro notturno. Il dibattito ha affrontato temi cruciali come l’insonnia cronica, i disturbi gastrointestinali, l’aumento del rischio cardiovascolare e le sospette correlazioni con alcune forme tumorali. Ma ha anche messo in luce aspetti più invisibili e profondi: la solitudine, le relazioni familiari spezzate, la marginalità sociale. I turnisti non sono eroi romantici della notte, sono uomini e donne che pagano con anni di vita sana l’efficienza di un sistema che non ammette pause.
Il secondo incontro è in programma per il 24 settembre a Roma, nella prestigiosa e suggestiva sede del Museo Ninfeo della Fondazione ENPAM. Stavolta il focus sarà sulle tutele legislative e sui possibili aggiornamenti normativi, con l’obiettivo di colmare il divario tra la realtà del lavoro contemporaneo e un quadro giuridico ancora troppo rigido.
Sono già confermati gli interventi del prof. avv. Domenico Mezzacapo, ordinario di diritto del lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma, che affronterà il tema dell’urgenza di una cornice legislativa più aderente ai dati scientifici e del dott. Sciarretta, che porterà esempi concreti delle difficoltà quotidiane vissute dai lavoratori turnisti, con particolare attenzione alla tutela sanitaria. È atteso anche l’intervento della deputata Giulia Pastorella, che offrirà una prospettiva istituzionale sulle possibilità di una regolazione più attenta e bilanciata.
Il ciclo si concluderà a Firenze, nel mese di novembre, con un ultimo appuntamento che tirerà le fila di questa riflessione collettiva. L’auspicio è che non resti confinata negli atti di un convegno ma diventi patrimonio comune della società.
Perché, se il lavoro è cambiato, anche la protezione di chi lavora deve cambiare.