Sindacati contro l’uso arbitrario della “clausola di non gradimento”
Il 15 settembre scorso, le Segreterie Regionali della Toscana di FAST, Filt, Uilt, Ugl e Orsa hanno proclamato lo stato di agitazione per tutto il personale impiegato negli appalti ferroviari nella regione. La decisione arriva dopo una serie di episodi – l’ultimo dei quali verificatosi presso l’IMC di Pisa – che ha visto l’applicazione della cosiddetta “clausola di non gradimento” da parte di società del Gruppo FSI nei confronti dei lavoratori degli appalti.
Secondo i sindacati, tale strumento è utilizzato in maniera unilaterale e senza adeguata trasparenza, comportando l’allontanamento di personale in totale assenza di una valutazione oggettiva o di adeguata documentazione delle circostanze; elementi fondamentali per giungere a un eventuale provvedimento.
Una prassi che, denunciano le organizzazioni, priva i lavoratori del diritto alla difesa e delle più elementari garanzie di correttezza, generando un clima di crescente tensione e insicurezza.
La procedura è gestita interamente all’interno del Gruppo FSI, lasciando quindi la clausola sotto il suo esclusivo controllo. Si tratta di provvedimenti arbitrari e lesivi della dignità dei lavoratori colpiti, privi di strumenti di tutela.
Per questo motivo, i sindacati hanno chiesto con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto con tutte le aziende coinvolte e con le società del Gruppo FSI, con l’obiettivo di definire criteri chiari, imparziali e condivisi, capaci di tutelare i dipendenti in caso di episodi simili. Contestualmente, le Segreterie Regionali della Toscana hanno invitato Trenitalia a rivedere la decisione assunta nei confronti del lavoratore di Pisa, chiedendo il ritiro del provvedimento di non gradimento.
In assenza di risposte concrete e tempestive, le organizzazioni sindacali si riservano ulteriori iniziative di mobilitazione, a difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori degli appalti ferroviari.