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Martedì, Ottobre 21, 2025

La RSU chiede regole scritte e trasparenti: il codice etico non può diventare uno strumento discrezionale nelle mani dei dirigenti

La chiarezza non è un dettaglio, è una condizione di fiducia. E nel rapporto tra azienda e lavoratori dovrebbe valere più di qualsiasi interpretazione o convenienza momentanea.

È con questo spirito che la RSU FAST-Confsal, ha affrontato l’ultimo incontro con RFI, convocato per discutere la questione dei chilometri e dei conteggi da verificare.

La riunione, a cui hanno partecipato i responsabili della direzione operativa infrastrutture di RFI, ha messo in luce una gestione incerta: dati esposti in modo confuso, criteri non del tutto comprensibili e, soprattutto, l’avvio di un’inchiesta interna motivata da una “segnalazione anonima”. L’azienda ha sostenuto di essere vincolata, in questi casi, dal proprio codice etico.

Un codice che, almeno nella pratica, appare applicato in modo non sempre equilibrato: rigoroso nei confronti dei lavoratori ma meno incisivo quando si tratta di valutare l’operato di chi dirige.

FAST-Confsal ritiene necessario riflettere su questo approccio, perché uno strumento nato per promuovere correttezza e trasparenza non può trasformarsi in un meccanismo discrezionale, usato per indagare i comportamenti dei dipendenti senza, al contempo, garantire un controllo effettivo sulle decisioni di chi ha responsabilità gestionali.

Il codice etico, se vuole conservare autorevolezza, deve valere per tutti, a ogni livello. Anche — e soprattutto — per coloro che, nel tempo, hanno dato luogo ad accordi estemporanei o a soluzioni individuali difficilmente verificabili, spesso formalizzate solo tramite semplici mail di conferma.

Proprio l’uso delle mail come base negoziale rappresenta un altro nodo critico. Una comunicazione elettronica, priva di valore contrattuale e non condivisa in sede sindacale, non può sostituire un accordo scritto, firmato e trasparente. Accettarlo significherebbe aprire la porta a un sistema dove ogni caso diventa “un’eccezione” e ogni lavoratore un precedente da interpretare a discrezione.

Durante la trattativa si sono registrate aperture in tal senso, ipotizzando la possibilità di considerare una mail quale conferma delle intese. FAST-Confsal non ha condiviso questa impostazione, scegliendo di mantenere ferma una linea di principio: le regole devono essere chiare, scritte e uguali per tutti.

La Segreteria nazionale e la RSU sono perfettamente allineate su questo punto. Non serve moltiplicare le interpretazioni ma stabilire procedure certe e documentate. Ciò che oggi è presentato come un gesto di flessibilità, domani può trasformarsi in una contestazione, generando confusione e sfiducia tra chi ogni giorno garantisce il servizio con serietà e professionalità.

FAST-Confsal non è contraria al dialogo ma difende il metodo. Chiede che ogni confronto si svolga alla luce del sole, su basi condivise, senza scorciatoie o accordi personali.

E sollecita che il codice etico torni a essere ciò che dovrebbe: uno strumento di garanzia reciproca e di responsabilità diffusa, non un mezzo discrezionale in mano ai livelli dirigenziali.

Solo con regole certe e comportamenti coerenti si costruisce un clima di rispetto.
Non servono mail, servono accordi veri.