Dal Direttivo nazionale di ottobre emerge una FAST-Confsal che rinnova se stessa senza smarrire il senso della propria missione: essere un sindacato autonomo, moderno e coerente.
Il Direttivo nazionale della FAST-Confsal del 23 e 24 ottobre non è stato una riunione di rito ma una tappa di consapevolezza. Pietro Serbassi, nella sua relazione, ha messo da parte ogni trionfalismo per riportare al centro la missione originaria: difendere il lavoro reale, lontano dai riflettori e vicino alle persone.
Ha ricordato che la FAST non nasce ieri. Affonda le sue radici nello SMA dei macchinisti, nella LICTA dei controllori del traffico aereo e nel SADA dei lavoratori ANAS: esperienze diverse, unite da un’idea di libertà sindacale che rifiuta padrini e dipendenze. Da quelle origini sono nati percorsi come UNICA, nel controllo aereo e la FAST-AV, punto di riferimento per l’alta velocità ferroviaria. Una storia che non si celebra, ma si onora costruendo futuro.
La linea è chiara: autonomia non è isolamento. In un tempo in cui parte del sindacalismo si divide tra nostalgia e politicizzazione, la FAST sceglie di restare indipendente ma dentro il confronto, coerente con la Confsal di Lello Margiotta, con cui ha costruito un rapporto fondato su rispetto e fiducia, mai su subordinazione.
Il rinnovo di Statuto e Regolamento, approvato nel Direttivo, è stato il segno concreto di questo passaggio. Non un adempimento burocratico ma un atto politico che aggiorna la forma dell’organizzazione senza alterarne lo spirito. Regole semplici, nate dal basso, che non imbrigliano ma guidano.
Serbassi ha ribadito che rappresentare non significa contare iscritti ma assumersi responsabilità. La FAST-Confsal continua a presidiare ferrovie, trasporto locale, logistica, ANAS, ENAV e trasporto aereo, difendendo salari, sicurezza e professionalità. Accanto alle vertenze, ha rinnovato il modo di comunicare: giornale online, TG, reel e focus su previdenza e lavoro per un sindacato che parla con linguaggio vivo, non con formule di circostanza.
La candidatura al Fondo Eurofer chiude il cerchio di un progetto più ampio: dare consapevolezza ai lavoratori, non solo tutela. Perché chi conosce i propri diritti è già un passo più avanti nel difenderli.
Il Direttivo ha infine aperto la stagione congressuale che si chiuderà nel 2026: non un rituale, ma un laboratorio di idee e competenze, dove la FAST prepara il proprio futuro senza smarrire le radici.
In un panorama dove molti cercano visibilità, la FAST-Confsal sceglie la credibilità. Dove altri gridano, sceglie la misura. E dove la fedeltà è spesso opportunismo, sceglie la libertà.
Non cambia per piacere: cambia per restare se stessa.






