Dal 2026, il calendario delle festività italiane si arricchisce di una nuova data: il 4 ottobre sarà ufficialmente riconosciuto come giorno festivo in onore di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Per i lavoratori, questa novità rappresenta non solo un tributo alla cultura e alla spiritualità del Paese, ma anche un’opportunità concreta di riposo e riorganizzazione del tempo.
Una festività in più: impatto sul calendario lavorativo
Con l’introduzione del 4 ottobre, il numero delle festività nazionali riconosciute sale a 13. Questo significa un giorno in più di pausa potenziale, che può tradursi in un ponte, un weekend lungo o semplicemente un momento di recupero psicofisico. Nel 2026, la data cadrà di domenica, quindi non avrà impatti diretti sull’orario lavorativo. Ma negli anni successivi, quando il 4 ottobre capiterà in giorni feriali, potrà offrire un’occasione preziosa per staccare dalla routine.
Ponti e festività: come si presenta il 2026
Il 2026 si preannuncia come un anno generoso in termini di pause lavorative. Ecco alcune date strategiche per chi lavora:
- Epifania: il 6 gennaio cade di martedì, offrendo un ponte dal sabato precedente.
- Pasqua e Pasquetta: il 5 e 6 aprile, come da tradizione.
- Festa della Liberazione: il 25 aprile sarà di sabato.
- Festa del Lavoro: il 1° maggio cade di venerdì, perfetto per un weekend lungo.
- Festa della Repubblica: il 2 giugno sarà martedì, con possibilità di ponte dal sabato 30 maggio.
- Ferragosto: il 15 agosto sarà sabato.
- Immacolata Concezione: l’8 dicembre cade di martedì, altro ponte in vista.
- Natale e Santo Stefano: il 25 e 26 dicembre saranno venerdì e sabato.
- Capodanno 2026: il 1° gennaio cadrà di giovedì.
Festività e busta paga: cosa prevede la legge
In Italia, le festività nazionali sono retribuite anche se non coincidono con un giorno lavorativo. Se la festività cade in un giorno feriale e il lavoratore non presta servizio, ha comunque diritto alla normale retribuzione. Se invece lavora durante la festività, il compenso include una maggiorazione stabilita dal contratto collettivo nazionale (CCNL) di riferimento. In caso di coincidenza con il giorno di riposo, la festività resta comunque retribuita, salvo diverse disposizioni contrattuali. Questo principio si applicherà anche al 4 ottobre, una volta entrato ufficialmente nel calendario delle festività riconosciute.
Organizzazione aziendale e diritto al riposo
L’aggiunta di una festività comporta riflessioni anche sul piano contrattuale. I contratti collettivi nazionali dovranno tener conto di questa nuova data, soprattutto per quanto riguarda il trattamento economico in caso di lavoro festivo, il diritto al recupero e le eventuali maggiorazioni. Per i lavoratori turnisti o impiegati nei servizi essenziali, sarà importante capire se il 4 ottobre sarà considerato festivo retribuito anche in caso di coincidenza con il giorno di riposo.
Per chi lavora, ogni festività è un’occasione per ricaricarsi, per dedicarsi alla propria vita privata e per tornare al lavoro con maggiore energia. E con una giornata in più, il bilanciamento tra vita e lavoro guadagna un piccolo ma significativo passo avanti.






