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Martedì, Novembre 18, 2025

FAST-Confsal rassicura: “Contratti non sono leggi, i terminalisti facciano chiarezza.

Se serve, ci sediamo al tavolo”

Il 2025 dei porti di Venezia e Chioggia si chiude con un quadro robusto: traffici in aumento, dinamismo negli scambi e un sistema portuale che continua a imporsi come motore dell’economia del Nordest. L’Agribulk segna un balzo significativo, cereali e mangimi crescono a doppia cifra mentre il comparto dei minerali registra un +30% a Venezia che compensa il rallentamento di Chioggia. In tutto, gli scali veneti superano i 25 milioni di tonnellate di merci movimentate, 1,3 milioni in più rispetto all’anno precedente. Una performance che risente positivamente degli investimenti del PNRR e dei lavori per Milano-Cortina 2026, spingendo domanda e volumi.

Sullo sfondo di un’annata positiva, si inserisce il dibattito acceso dalla sentenza del Tribunale di Venezia sul trattamento economico delle ferie. Una vicenda giuridica complessa che alcuni operatori hanno trasformato in allarme generale, evocando il rischio di contenziosi retroattivi dal 2007 e la messa in discussione dell’articolo 11 del contratto dei porti. Un’interpretazione che, secondo FAST-Confsal, andrebbe riportata su binari più sobri.

«Prima di evocare scenari apocalittici – osserva il segretario veneziano Matteo Bollato – ricordiamo che i contratti collettivi non sono leggi: sono accordi di diritto comune e come tali possono essere interpretati, aggiornati o integrati dalle parti. Non c’è nessuna norma scolpita nella pietra».

Una precisazione necessaria, soprattutto considerando la struttura stessa del sistema portuale italiano. Le Autorità di Sistema Portuale – enti pubblici – non gestiscono direttamente le banchine: le affidano in concessione ai terminalisti, imprese private che investono, assumono personale e si assumono il rischio imprenditoriale. Sono loro a gestire il business operativo dei porti: carico e scarico, movimentazione, stoccaggio, manutenzione delle attrezzature, servizi alle navi e alle merci. È comprensibile che rivendichino certezze, ma è altrettanto chiaro che il confronto va affrontato senza sovraccaricare di tensioni un sistema che, oggi, sta producendo utili importanti.

Il messaggio ai lavoratori è netto: niente panico. Il settore è in salute e non si profila alcuna instabilità immediata. FAST-Confsal è pronta a sedersi al tavolo qualora le imprese lo richiedessero, anche per valutare soluzioni equilibrate come eventuali rateizzazioni ma senza farsi trascinare in narrazioni emergenziali che rischiano di amplificare problemi ancora tutti da definire. Il punto, semmai, è riportare il dibattito alla realtà: meno dramma, più dialogo.