Il fatto accade nel 2023. Una capotreno della divisione trasporto regionale Veneto, nell'espletamento delle proprie mansioni di controllo dei titoli di viaggio, si ritrova a rincorrere per tutto il treno un ragazzo che tenta in tutti i modi di eludere il controllo.
Giunti alla stazione di destinazione, la collega lo attende per verificare il biglietto, ma l’individuo, per tutta risposta, l’abbraccia e la bacia sul collo e sul viso.
Inerme e impossibilitata a svincolarsi a causa della stazza dell'aggressore, la capotreno è molestata, violata nella propria intimità e svilita nel ruolo che ricopre.
Dopo la denuncia obbligata e oltre due anni di processo, il giudice decide di derubricare il caso a violenza privata aggravata.
Non sappiamo cosa abbia spinto la giudice nella scelta ma lo sconforto e la disapprovazione tra i colleghi si sono fatti subito sentire. Come FAST Confsal, insieme alle altre Organizzazioni, abbiamo emesso un comunicato stampa per manifestare il nostro disappunto e la vicinanza alla collega.
Sminuire e svilire la figura del capotreno, soprattutto donna, confligge enormemente e colpevolmente con la prospettiva, verso cui tutti tendiamo, di una società rispettosa e proiettata verso un futuro sicuro in un ambiente di lavoro sano.





