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Martedì, Dicembre 16, 2025

La nuova disposizione RFI scarica sugli equipaggi compiti che spettano al Gestore dell’infrastruttura. Il sindacato interviene per tutelare lavoratori e sicurezza dell’esercizio.

Oggi, martedì 16 dicembre entra in vigore la Disposizione di Esercizio 12/2025 di RFI, una norma che modifica profondamente la gestione dei passaggi a livello in caso di guasto. Da quel giorno, secondo il nuovo testo, anche il personale delle Imprese Ferroviarie o perfino quello delle ditte appaltatrici potrà essere incaricato della protezione dei PL aperti. Una novità presentata come un semplice adeguamento all’articolo 10-bis del Decreto Infrastrutture ma che, nella realtà, sposta porzioni rilevanti di responsabilità operative sui macchinisti e sui capitreno, cioè su chi già oggi sostiene il peso maggiore della sicurezza in linea.

FAST-Confsal non si è limitata a osservare. Nei mesi scorsi abbiamo inviato a RFI e alle Imprese Ferroviarie una serie di puntuali rilievi tecnici e giuridici, chiedendo chiarimenti, confronto e soprattutto garanzie. Perché la questione non è ideologica: è pratica, concreta, legata al lavoro quotidiano di chi conduce e presidia un treno. Proteggere un PL guasto non significa semplicemente “dare un’occhiata” ma conoscere procedure, disporre di attrezzature specifiche, gestire rischi non prevedibili, garantire che nessun veicolo o pedone si introduca tra i binari. Chi può assicurare che il personale abbia ricevuto la formazione obbligatoria? Chi garantisce la disponibilità dei cavalletti, delle lanterne, delle dotazioni richieste dal Codice della Strada? Chi ha valutato l’impatto di tutto questo nei DVR aziendali, come impone il D.Lgs. 81/2008?

La risposta, a oggi, è semplice: nessuno. Né RFI né le Imprese Ferroviarie hanno fornito indicazioni operative sufficienti a dimostrare che questa scelta possa essere attuata senza rischi. E intanto il Gestore dell’infrastruttura, che per legge ha il compito di garantire la sicurezza del PL, sembra voler demandare ai propri clienti – le IF, che pagano un pedaggio per accedere a un’infrastruttura sicura – attività e responsabilità che restano pubblicistiche. Un rovesciamento concettuale che crea una zona grigia pericolosa: se accade un incidente, chi risponde?

Per questi motivi FAST-Confsal ha aperto formalmente una vertenza. A partire dal 16 dicembre, il personale mobile sarà tutelato attraverso l’uso di un M40a dedicato: uno strumento chiaro, trasparente, che consente ai macchinisti e ai capitreno di segnalare l’impossibilità di eseguire attività non previste dalle procedure aziendali o non sicure, chiedendo istruzioni scritte e tracciate. Non è una forma di protesta ma una misura di autotutela legittima e necessaria, in attesa che il sistema risolva le proprie contraddizioni.

Perché la sicurezza non si improvvisa. E non si scarica sul primo anello della catena operativa. Una rete ferroviaria moderna si regge sulla chiarezza dei ruoli, sulla responsabilità dei vertici, su procedure solide e condivise. Tutto il resto, lo abbiamo imparato a nostre spese, diventa terreno fertile per gli errori. FAST-Confsal continuerà a presidiare la discussione, convinta che il 16 dicembre non debba essere l’inizio di una resa ma il punto da cui ripartire per rimettere al centro ciò che conta davvero: la vita e la dignità dei lavoratori.