di Pietro Serbassi
Il 2025 ha segnato una discontinuità nel modo di raccontare il sindacato: meno ritualità, più contenuti, più responsabilità.
Un anno di costruzione silenziosa che guarda già al 2026.
C’è una differenza netta tra comunicare e riempire spazi. La prima richiede scelte, metodo, assunzione di responsabilità. La seconda è rumore di fondo. Nel corso del 2025 la FAST-Confsal ha scelto consapevolmente la strada più impegnativa: trasformare la comunicazione in uno strumento di lavoro, non in una vetrina autoreferenziale.
Il notiziario settimanale è diventato un appuntamento stabile, riconoscibile, atteso. Non un semplice elenco di fatti ma un racconto ordinato delle vertenze, dei contratti, delle battaglie sulla sicurezza, del lavoro quotidiano che spesso non fa notizia ma tiene in piedi il sistema. Dietro ogni uscita c’è rigore, attenzione alle fonti, rispetto per chi legge. È un lavoro costante, che non si improvvisa e che nel tempo ha dato risultati visibili.
Lo stesso salto di qualità ha riguardato La Voce Trasporti & Diritti, cresciuta nell’analisi e nel linguaggio, capace di affrontare i temi del lavoro e dei trasporti senza scorciatoie ideologiche, scegliendo la profondità al posto dello slogan. Anche i social hanno smesso di essere una presenza accessoria: più coerenza, più identità, più capacità di parlare il linguaggio del presente senza perdere credibilità.
Tutto questo è stato possibile grazie a una redazione che ha lavorato con serietà, passione e continuità e a chi ha collaborato a vario titolo mettendo competenze, tempo e intelligenza collettiva. A tutte e a tutti loro va il mio ringraziamento sincero.
Il 2026 dovrà fare ancora meglio: più qualità, più visione, più capacità di incidere. Senza rinnegare la tradizione, ma con lo sguardo rivolto al futuro.
Buon Natale e buon 2026 a tutta la comunità FAST-Confsal.
Continuiamo a costruire, una parola alla volta.






