Mobilità, inflazione e protocollo di rinnovo contrattuale: tre intese che raccontano un metodo di relazioni industriali orientato alla stabilità e alla modernizzazione.
Ci sono accordi che non fanno rumore, ma producono effetti. E poi ce ne sono altri che, letti con attenzione, dicono molto di più di quanto appaia nelle righe di un comunicato. Le tre intese sottoscritte tra le organizzazioni sindacali ed ENAV, insieme ad Assocontrol, appartengono a questa seconda categoria: un disegno coerente di governo del cambiamento.
La revisione delle regole sulla mobilità geografica, che entrerà in vigore dal 2026, segna il superamento di schemi risalenti al 2011, ormai inadatti a reggere l’impatto del turnover generazionale e delle nuove professionalità richieste dal settore. Snellire i processi, armonizzare le fasi transitorie, riconoscere che il lavoro cambia prima delle norme: è qui che si misura la capacità di un sistema industriale di non rimanere prigioniero del passato.
Non meno rilevante è l’accordo sull’inflazione. Il recupero del differenziale tra IPCA programmata e consuntivata, con un incremento del 2,5% sulle voci retributive dal 1° gennaio 2026 e un una tantum, restituiscono un principio spesso evocato e raramente praticato: la tutela reale del potere d’acquisto attraverso un accordo siglato addirittura prima della scadenza del vecchio. E soprattutto apre una prospettiva, perché la trattativa sull’inflazione del prossimo triennio è già messa in agenda, senza rinvii tattici.
Infine, il protocollo sul rinnovo contrattuale indica una direzione precisa: maggiore attenzione alle regole sull’orario di lavoro, valorizzazione delle professionalità di quadro e delle strutture, riconoscimento economico adeguato per il lavoro straordinario, superamento di segmentazioni ormai anacronistiche. Non è un libro dei sogni ma una mappa di temi concreti, ancorati alla trasformazione tecnologica e organizzativa in corso.
In un tempo di relazioni industriali spesso gridate, questi accordi parlano sottovoce.
Ma proprio per questo meritano di essere ascoltati.





