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LICENZIAMENTO E RACCOMANDATA: VALIDITÀ DELLA NOTIFICA ANCHE SENZA RITIRO

Quando un datore di lavoro licenzia un dipendente, deve inviare una raccomandata per garantire che il lavoratore riceva la notifica. In questo articolo esploreremo cosa succede se il lavoratore non ritira la lettera, facendo riferimento alla Legge n. 890 del 20 novembre 1986.

Inviare un licenziamento tramite raccomandata è un procedimento legale valido. La Legge n. 890 stabilisce le modalità per tale notifica, permettendo l'uso del servizio postale sia da parte di avvocati che di ufficiali giudiziari.

Anche se il lavoratore non ritira la lettera, il licenziamento può comunque essere considerato valido. La legge prevede che la notifica sia efficace, anche in assenza di ritiro.

Rilevanza dell’avviso di ricevimento

Un aspetto cruciale nella notifica di un licenziamento è l'avviso di ricevimento, che deve essere firmato dal destinatario o da chi accetta la raccomandata. Questo documento funge da prova dell'avvenuta consegna. Secondo l'articolo 4 della Legge n. 890, la validità del licenziamento inviato tramite raccomandata non dipende dall'accettazione da parte del lavoratore, ma dalla corretta esecuzione della notifica stessa. La situazione però diventa complicata quando il lavoratore non ritira la raccomandata.

Cosa accade se il lavoratore non ritira la raccomandata? È valida la notifica?

Il licenziamento è considerato valido anche se il lavoratore non ritira la raccomandata contenente la comunicazione. Secondo l'articolo 8 della Legge n. 890, se il destinatario non è presente o rifiuta la ricezione, la lettera viene considerata consegnata dopo 10 giorni dal tentativo di notifica e dal deposito presso l'ufficio postale. Pertanto, il mancato ritiro non esonera il lavoratore dalle conseguenze del licenziamento. Nel caso in cui il lavoratore non provveda al ritiro della raccomandata, il procedimento si articola come segue:

1.L’operatore postale tenta di consegnare la raccomandata direttamente al destinatario.

2.Se il destinatario è assente o rifiuta di accettare la lettera, viene lasciato un avviso di giacenza.

3.La raccomandata viene depositata presso il punto più vicino (di solito l’ufficio postale).

4.Il destinatario ha 10 giorni di tempo per ritirare il plico.

5.Se la lettera non viene ritirata entro questo termine, la notifica è considerata comunque perfetta e il licenziamento è valido.

Questa procedura garantisce al datore di lavoro un metodo legale per comunicare il licenziamento, anche in caso di mancato ritiro.

Quando si considera eseguito Il licenziamento?

I termini per il licenziamento decorrono in due condizioni:

•Quando il lavoratore ritira la raccomandata.

•Dopo 10 giorni dall'avviso di giacenza, indipendentemente dal ritiro da parte del lavoratore.

Questa normativa è cruciale poiché impedisce al lavoratore di eludere il licenziamento semplicemente non ritirando la raccomandata.

Cosa accade in caso di errori nella consegna?

La procedura di notifica tramite raccomandata è chiara, ma può presentare errori, come l'erronea compilazione dell'avviso di ricevimento. Secondo l'articolo 7 della Legge n. 890, se la raccomandata è firmata da qualcuno diverso dal destinatario, questa persona deve chiarire la propria relazione con il destinatario. Esistono possibilità di correggere errori procedurali se si dimostra che la notifica è stata effettuata correttamente.

In caso di rifiuto da parte del lavoratore di ricevere la raccomandata, la legge considera tale rifiuto equivalente alla consegna. L'operatore postale annota il rifiuto e restituisce il plico al mittente, rendendo il licenziamento comunque notificato e valido, poiché il rifiuto è visto come un tentativo di evitare una comunicazione ufficiale.

 

Martedì, Aprile 8, 2025

IL TRENO INTELLIGENTE E IL BINARIO ZOPPO

C’è qualcosa di affascinante, quasi poetico, nell’immagine del “Diamante 2.0”, quel convoglio blu e giallo che sfreccia lungo i binari italiani scrutandoli come un medico al lavoro, grazie a una miriade di sensori, telecamere e algoritmi predittivi. Un treno che cura la ferrovia. Eppure, come spesso accade in Italia, la tecnologia corre più veloce dell’organizzazione che dovrebbe sostenerla.

Il reportage di Repubblica Affari & Finanza ci racconta l’ultima scommessa di RFI: una diagnostica ferroviaria sempre più avanzata, capace di “vedere” i guasti prima che si manifestino, di prevenire frane, allagamenti, cedimenti del binario. Una rete sotto controllo, per evitare disagi ai passeggeri e danni all’economia.

Eppure, dietro lo scintillio delle tecnologie si nasconde un sistema ancora segnato da ritardi, carenze e contraddizioni, come denuncia la FAST-Confsal, il sindacato autonomo dei trasporti che da tempo segue da vicino l’evoluzione della struttura Diagnostica di RFI.

La fotografia scattata dal sindacato rivela un quadro molto più sfumato. Il personale destinato alle varie attività necessarie è ancora incompleto, con alcune Unità Territoriali carenti di organico e costrette ad arrangiarsi. Le attività di “rerailing”, ovvero il recupero dei treni sviati o altro, sono affidate a una sola squadra per turno, una condizione che rischia di impattare negativamente in tema di sicurezza e di efficacia dell’intervento in caso di emergenza.

In alcune sedi mancano addirittura gli spazi logistici adeguati e il vestiario tecnico. Le relazioni con le DOIT – le Direzioni Operative Territoriali – sono scarse e frammentarie e la digitalizzazione dei processi è ancora in fase sperimentale, in una sola sede. Non proprio una rivoluzione già in marcia.

FAST-Confsal solleva, inoltre, una questione tutt’altro che secondaria: la qualità e la formazione. La diagnostica richiede personale altamente qualificato, costantemente aggiornato e abilitato. Eppure, secondo il sindacato, l’organizzazione della formazione è ancora disomogenea, spesso affidata a iniziative locali anziché a una regia centrale. La struttura qualità, che dovrebbe garantire il mantenimento delle competenze tecniche e delle abilitazioni del personale, appare indebolita e in alcuni casi sottodimensionata. E mentre i treni diventano sempre più intelligenti, c’è il rischio che l’intelligenza umana che li guida resti indietro, per mancanza di investimenti strutturati.

Certo, le intenzioni ci sono. L’azienda prevede l’introduzione di nuovi treni diagnostici – tra cui l’Aiace 2 – e una riorganizzazione complessiva dell’Ingegneria. Ma è difficile appassionarsi a un futuro tutto da costruire quando, nel presente, i turni di lavoro sono disomogenei, le attività di affiancamento e aggiornamento ancora precarie e i ritardi nella riconsegna dei mezzi da parte delle officine si moltiplicano, generando disservizi e frustrazione tra i lavoratori.

Non basta dotarsi di un treno intelligente se il sistema resta poco reattivo. La vera intelligenza, quella che serve oggi a RFI, è quella della resilienza organizzativa, con una necessaria visione trasversale del processo manutentivo, globale e di squadra. Servono sinergie tra i vari rami aziendali, investimenti sulle risorse umane, valorizzazione delle competenze soprattutto pratiche, ascolto delle istanze di chi la rete la vive ogni giorno sul campo in modo da intervenire in maniera tempestiva sia nella prevenzione, sia nella risoluzione dei problemi.

Pertanto il Diamante 2.0 vede tutto ma non può fare tutto da solo. Se i binari vanno curati, bisogna cominciare anche da chi li percorre e li mantiene. Perché la sicurezza ferroviaria non si garantisce con i soli algoritmi ma con una visione trasversale organizzativa di squadra che tenga insieme tecnologia, lavoro e organizzazione. Altrimenti, rischiamo che il treno intelligente viaggi su un binario zoppo.

 

Martedì, Aprile 8, 2025

FAST-CONFSAL TOSCANA: QUATTORDICI RICORSI VINTI, I LAVORATORI OTTENGONO IL DOVUTO

A Firenze, grazie alla lungimiranza dei Delegati provinciali e del nostro Vice Segretario regionale del Tpl, da aprile 2021 abbiamo depositato in tribunale molti ricorsi avverso Ataf Gestioni srl e Busitalia Sita Nord srl riguardanti la causa sulla giusta retribuzione feriale.

I nostri conteggi, studiati minuziosamente, poi corretti e infine consolidati nel tempo, hanno già portato nelle tasche dei lavoratori ben 103.253,98 euro più rivalutazione e interessi, senza nessuno sconto.

Per noi della FAST-Confsal i lavoratori devono avere quanto dovuto.

Il Tribunale fiorentino, in prima istanza, ha già dato ragione a trentatré nostri ricorsi contro i quali le aziende sono ricorse in appello quattordici volte.

Con le ultime sentenze di questi giorni abbiamo già avuto successo nei primi quattordici ricorsi andati a giudizio al Tribunale della Corte di Appello, promossi da Ataf Gestioni srl e Busitalia Sita Nord srl.

Sentenze positive che hanno sancito la giustezza dei ricorsi promossi dai lavoratori per le loro indennità e confermato in toto i conteggi sia per lavoratori del servizio Urbano, sia extra urbano di Firenze.

Il nostro percorso non si ferma, infatti, dopo avere depositato al Tribunale di Pisa ricorsi per lavoratori ex CTT NORD, siamo pronti a richiedere gli arretrati sulle ferie per ex lavoratori delle aziende Li-nea spa e Cap Prato.

Insieme alle cause sopracitate, ne abbiamo una al Tribunale di Firenze su orario di lavoro per gli ex dipendenti Busitalia che facevano servizio a mercato che nei prossimi mesi, dopo la testimonianza anche di altri lavoratori, dovrebbe andare a sentenza di primo grado.

Contro Ataf Gestioni srl abbiamo un contenzioso che veda il riconoscimento dell'orario di lavoro per coloro che svolgono turni denominati Binati.

Con l'azienda Autolinee Toscane siamo in tribunale per il giusto riconoscimento delle giornate della L. 104 sul premio di risultato regionale e sul premio di risultato dei lavoratori di Prato ex Cap.

Due lavoratori di Autolinee Toscane stanno inoltre rivendicando il riconoscimento del parametro, sempre al Tribunale di Firenze.

In questi anni – e ancora di più oggi – il nostro impegno continuo dimostra che le rivendicazioni fatte in modo oculato portano benefici ai lavoratori della Toscana.

 

Martedì, Aprile 8, 2025

PROSIEGUO DEL CONFRONTO TRA ELIOR, CLEAN SERVICE E I SINDACATI: LA LOTTA PER LA GIUSTIZIA E L’EQUITÀ

Il 4 aprile 2025 si è tenuto un incontro tra le aziende Elior e Clean Service e le organizzazioni sindacali FAST-Confsal, UGL Ferrovieri e SALPAS ORSA, a seguito delle procedure di raffreddamento avviate il 27 marzo scorso. Durante la riunione le aziende hanno presentato alcune proposte, considerate poco convincenti dalle organizzazioni sindacali.

Le sigle sindacali hanno ribadito l'importanza di affrontare le problematiche emerse nell'incontro del 6 marzo scorso. Tematiche come la piena applicazione del CCNL Mobilità Area AF, la trasparenza sui turni, i carichi di lavoro, la sicurezza operativa e la regolarità dei trattamenti economici continuano a sollevare preoccupazioni tra i lavoratori. È fondamentale e prioritario discutere e risolvere questi punti, incluso il fatto che per la Logistica sia garantita la comunicazione dei turni e del piano ferie con le stesse modalità da sempre utilizzate per il personale viaggiante e per il personale di Polaris.

In vista dell'aggiornamento, previsto per il prossimo 9 aprile, i sindacati si preparano a mantenere una posizione ferma. La disponibilità al dialogo è cruciale ma deve tradursi in risultati tangibili che soddisfino le esigenze di tutti i lavoratori, evitando disuguaglianze.

La prossima riunione, quindi, rappresenterà un momento cruciale per misurare l'impegno concreto delle aziende nel rispondere alle istanze sollevate.

I sindacati continueranno a lottare per garantire diritti e dignità ai lavoratori, consapevoli che un dialogo autentico è essenziale per costruire un futuro equo e sostenibile per tutti.

 

 

Martedì, Aprile 8, 2025

DOCCIA FREDDA E LACRIME DI COCCODRILLO IN TRENITALIA TPER

Nel mese di febbraio al personale di Trenitalia TPer è stato chiesto di compilare un sondaggio sul gradimento sulle iniziative portate avanti dalla dirigenza negli ultimi anni verso il personale.

Fra quelle da valutare figuravano: “A tu per tu con l’AD”, ” Safetyday”, “PO più vicino a te”, “TTXmas Party”, ” Indovina chi viene a pranzo”, “Porte aperte in impianto” ed eventi sportivi organizzati.

Ebbene, la prima risposta che è stata data dal personale alla survey interna è di non ritenere utile dare una risposta, mentre dal 17 % circa di chi ha risposto, emerge una chiara critica.

Fondamentalmente il personale ritiene che le condizioni e l’ambiente di lavoro sviluppati dal 2020 in poi siano decisamente negative, quindi tali sporadiche iniziative di facciata, che hanno il solo scopo di coltivare l’immagine aziendale, siano da sostituire con provvedimenti che mirino al benessere vero e quotidiano dei lavoratori.

Purtroppo Trenitalia TPer sembra dimenticare di essere una società che come core business ha la produzione di treni. Non è una società di servizi high tech della Silicon Valley. Le stesse iniziative, anche qualora fossero gradite, ignorano che comunque la maggioranza dei lavoratori, ovvero gli Equipaggi, anche volendo non vi possono prendere parte per la natura del loro lavoro.

Le richieste del personale sono varie ma una su tutte è emblematica: si chiede l’ascolto. Non un maggior ascolto ma che s'inizi veramente ad ascoltare e a prendere a cuore le richieste.

Una doccia fredda, per questa dirigenza che ignora le istanze del personale sul malessere quotidiano durante l’orario di lavoro. Ma la comunicazione arrivata il 7 marzo alle lavoratrici e ai lavoratori con cui il responsabile Risorse Umane comunica di ritenere ingenerose le opinioni espresse, risulta come l’immagine del coccodrillo che, mentre mangia la sua preda, produce delle lacrime. Un’immagine dicotomica che, per chi non lo sapesse, nulla a che vedere con un sincero dispiacimento verso la preda.

Questo articolo non vuole aggiungersi alle tante critiche che sono arrivate sull’assenza di benessere sul luogo di lavoro e sulle iniziative proposte ma stimolare la necessità di una maggiore sensibilizzazione da parte della dirigenza che, soprattutto se si considerano gli ottimi bilanci economici, potrebbe concedere un benessere reale al personale.

 

Martedì, Aprile 8, 2025

IL VALORE DELLE FIRME DELLA RSU

In alcuni tavoli delle DOIT di Rfi S.p.A., com'è noto, vi è stato un importante processo di riorganizzazione della manutenzione per garantire continuità e competitività all’azienda, salvaguardando i diritti e facendo riconoscere economicamente l’innegabile disagio subito dai dipendenti coinvolti.

La Rsu, supportata dalla presenza delle organizzazioni sindacali, dopo aver affrontato i tavoli sui piani di attività, vigilando il rispetto dell’accordo nazionale ha visto, immediatamente dopo la firma, disattesi gli impegni presi con una modifica unilaterale delle condizioni concordate.

A valle degli accordi, infatti, sono state rese note ai dipendenti condizioni non condivise, ad esempio turni di presenziamento nel periodo pasquale per settori strategici, mai oggetto di discussione; sono stati inoltre comunicati turni diurni e notturni durante i festivi, anch’essi mai concordati.

Alla richiesta d'immediato confronto l’azienda non ha preso posizione e la RSU, nell’esercizio pieno delle sue facoltà, ha ritirato le firme poste dagli accordi.

Oggi i colleghi si domandano quanto valore si voglia riconoscere alla firma della Rsu se poi, dopo tavoli di trattative spesso intensi e difficili, quanto concordato è disatteso in immediato dall’azienda.

Ora spetta alle organizzazioni sindacali impegnarsi da subito affinché i diritti dei lavoratori e dei loro rappresentanti siano rispettati.

 

Martedì, Aprile 8, 2025

FAST-CONFSAL CATANIA:PICCOLE RSA CRESCONO…

La FAST-Confsal è presente e ben viva anche nella Gestione Governativa Ferrovia Circumetnea di Catania, azienda di trasporto ferroviario, metropolitano e automobilistico affidata alle dirette cure della direzione generale del trasporto pubblico locale.

Alla fine del 2024 il numero degli associati è sensibilmente cresciuto rispetto all’anno precedente e molteplici sono le iniziative sindacali avviate e definite, su temi fin qui trascurati.

La RSA è stata promotrice della definizione dell’accordo aziendale sulla retribuzione dei giorni di ferie.

Con soddisfazione dei lavoratori è stato sottoscritto un verbale di accordo che ha impegnato il datore di lavoro a corrispondere la somma di 9 euro (superiore agli 8 euro previsti dal contratto nazionale) per ogni giorno di ferie goduto dal 2017 al 2022.

I lavoratori “insoddisfatti”, che possono rivendicare spettanze più consistenti sono assistiti anche nella fase di contenzioso, in continuità con le iniziative e le vittorie giudiziarie consolidate dalla FAST-Confsal sul territorio nazionale.

Allo stato attuale la RSA ha in corso un’azione sindacale per ottenere dal datore di lavoro un diritto fin qui negato: il lavaggio dei dispositivi di protezione individuale del personale occupato nelle officine e del settore della manutenzione linea officine, con lo scopo di giungere a un accordo sindacale anche per il risarcimento dei danni pregressi subiti dal lavoratore per inadempienza datoriale.

Le battaglie della rappresentanza aziendale hanno tutelato la residenza di servizio a cinque lavoratori intimati di trasferimento, nelle attività di riorganizzazione aziendale.

Le prossime battaglie ci vedranno impegnati a conservare i diritti dei lavoratori della FCE nei mesi difficili che ci attendono, in seguito alle attività di ammodernamento della Ferrovia Circumetnea in attesa del completamento della linea metropolitana di Catania, che sembra non avere mai fine.

Ma questa è un’altra storia.

 

Martedì, Aprile 1, 2025

TRENITALIA DBRSI ABRUZZO: VIOLAZIONI DEI DIRITTI DEI LAVORATORI E MANCATO RISPETTO DELLE NORMATIVE CONTRATTUALI

In un clima di crescente tensione tra i lavoratori e la direzione aziendale, emergono gravi irregolarità nel trattamento del personale di Trenitalia DBRSi Abruzzo. I dipendenti, in particolare quelli comandati di riserva, denunciano violazioni delle norme.

Uno dei punti più critici riguarda la mancata visualizzazione della pausa refezione, espressamente prevista dalla legge, dal CCNL e dalla circolare Stocchi 2. I lavoratori di riserva, anche se impegnati nell’intera fascia dalle 11 alle 15 o dalle 18 alle 22, se ne vedono privati.

Altro punto dolente è la mancata contabilizzazione delle ore di libertà dal servizio in caso di richiesta di AG o congedo parentale. L’azienda, invece di rispettare le normative, applica di volta in volta ciò che le è più comodo. Questo comportamento arbitrario rischia di compromettere ulteriormente il già fragile equilibrio lavorativo.

Il personale degli equipaggi denuncia che, nonostante il CCNL ne preveda il recupero, le ore eccedenti non sono mai compensate. I lavoratori si trovano così costretti a ore di lavoro aggiuntive senza però poterle recuperare come previsto dal CCNL. Un potenziale rischio per la sicurezza del servizio.

Infine, non sono rispettate le 30 ore minime di lavoro nei turni di sette giorni, come previsto dal CCNL. La mancanza di questo limite minimo influisce sulle settimane successive di lavoro, compromettendo la qualità del servizio e mettendo a rischio la salute stessa dei dipendenti che dovranno lavorare di più per recuperare le ore mancanti.

In un momento particolarmente delicato come quello del rinnovo contrattuale, ci si aspetterebbe che l’azienda si impegnasse a rispettare almeno il vecchio CCNL. Ciò che si osserva, invece, è un trend di violazione delle norme contrattuali e una gestione che sembra mirare esclusivamente al profitto, a discapito della dignità e del benessere dei lavoratori.

 

Martedì, Aprile 1, 2025

SOSTITUZIONI DURANTE LO SCIOPERO: CI RISIAMO, UN’ALTRA VOLTA!!!

Durante lo sciopero nazionale del 19 marzo, indetto da FAST Confsal, UGL Ferrovieri e ORSA Ferrovie, si è ripetuto un copione ormai noto: la sostituzione del personale scioperante con lavoratori non in turno da parte di RFI.

Una prassi grave e lesiva che annulla l’efficacia della protesta, vanifica il sacrificio di chi rinuncia a una giornata di lavoro e calpesta un diritto costituzionalmente garantito.

A rendere il tutto ancora più inaccettabile è la differenza di trattamento rispetto allo sciopero dell’8 e 9 marzo, indetto da sigle non firmatarie del CCNL, in occasione del quale RFI non avrebbe attuato la stessa strategia. Un comportamento che lascia spazio a un sospetto fondato: l’accanimento verso le organizzazioni sindacali firmatarie.

Come FAST Confsal condanniamo con forza questa condotta, che mina le relazioni industriali e tenta di silenziare la voce legittima dei lavoratori.

Non ci faremo intimidire e, se necessario, lasceremo che siano le sedi competenti a stabilire la legittimità di quanto accaduto.

 

Martedì, Aprile 1, 2025

ORARIO DI LAVORO: COSA DOVRESTI SAPERE

L’orario lavorativo rappresenta una delle questioni più delicate nel rapporto tra datori di lavoro e dipendenti. È importante sapere che la legge stabilisce limiti chiari riguardo all’orario di lavoro, oltre a garantire diritti fondamentali come il riposo e una retribuzione equa. Conoscere queste regole è essenziale per proteggerti da possibili abusi.

Orario di lavoro: non accettare di lavorare di più

Secondo la legislazione italiana, l’orario standard di lavoro è fissato a 40 ore settimanali. Ciò implica che, salvo diverse disposizioni nei contratti collettivi, non puoi essere costretto a lavorare più di queste ore senza che il tempo extra venga considerato come lavoro straordinario. È importante notare che i contratti collettivi possono prevedere un orario inferiore, per esempio, 38 ore settimanali, facendo sì che le ore in eccesso siano retribuite come straordinario.

L’orario massimo lavorativo: oltre il limite non si può andare

La legge stabilisce un limite settimanale di 48 ore, che include anche le ore di straordinario. Questo limite non è rigido e si calcola come media su un periodo massimo di quattro mesi. In alcuni casi, i contratti collettivi possono estendere questo limite fino a sei o dodici mesi, ma solo per ragioni oggettive e organizzative. Pertanto, se in alcune settimane si lavora più di 48 ore, il datore deve garantire un alleggerimento dell'orario nelle settimane successive, per mantenere la media.

Il riposo: un diritto sacrosanto

La normativa prevede che ogni lavoratore abbia diritto a un minimo di 11 ore consecutive di riposo ogni 24 ore. In termini pratici, se il tuo turno termina alle 22:00, non è lecito riprendere a lavorare prima delle 9:00 del mattino seguente. Se il tuo datore di lavoro ti richiede di iniziare prima, sta violando la legge. Inoltre, chi lavora più di sei ore consecutive ha diritto a una pausa per recuperare energie e mangiare, con una durata non inferiore a 10 minuti; alcuni contratti prevedono pauso più lunghe.

Riposo settimanale: almeno 24 ore di stop consecutive

Hai diritto a un giorno di riposo continuativo di almeno 24 ore ogni settimana, di solito coincidente con la domenica. Questo diritto si aggiunge alle 11 ore di riposo giornaliero, per un totale di 35 ore consecutive. Se per esigenze lavorative non puoi riposare di domenica, il tuo giorno di pausa deve essere garantito in un altro giorno della settimana. La Corte di Cassazione ha sottolineato che il riposo settimanale deve essere continuativo; quindi, solo un datore che ti “concede” qualche ora in modo frazionato viola i tuoi diritti.

Straordinari e riposo compensativo: non lavorare gratis

In caso di lavoro straordinario, hai diritto a una somma aggiuntiva o a un riposo compensativo. Quest'ultimo serve a recuperare le ore lavorate in più e non può essere negato. Esempi pratici includono:

  • Se lavori di domenica, il datore deve concederti un giorno di riposo durante la settimana.
  • Se ti chiedono di fare straordinari serali, hai diritto a ore di riposo equivalenti.

Se il riposo compensativo non viene concesso, il datore è tenuto a pagare le ore straordinarie con una maggiore retribuzione. Nel caso le ore straordinarie coincidano con una festività, la retribuzione aumenta ulteriormente.

Tutti hanno gli stessi diritti

La legge non distingue tra lavoratori a tempo pieno e part-time; tutti hanno diritto al riposo settimanale, proporzionato alle ore lavorate. Ecco alcune tipologie comuni di contratti:

  1. Contratto a tempo pieno: 24 ore consecutive di riposo, di norma la domenica.
  2. Contratto part-time: riposo settimanale proporzionato, ma sempre garantito.
  3. Lavoro straordinario: diritto a riposo compensativo o maggiorazione retributiva.
  4. Lavoro a turni: riposo concesso dopo ogni ciclo di turni.
  5. Lavoro notturno: diritto a almeno 36 ore consecutive di riposo settimanale.

Il recupero è un diritto.

La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto al riposo compensativo deve essere rispettato senza frazionamenti o rimandi. Deve essere concesso subito dopo il periodo di lavoro straordinario o entro tempi ragionevoli. Così, un datore di lavoro che accumula straordinari senza concederti il dovuto recupero viola la legge.

Cosa fare se i tuoi diritti vengono ignorati

Se il tuo datore di lavoro ignora i tuoi diritti, è importante agire. Puoi:

  1. Documentare: tieni traccia di orari, straordinari e giorni di riposo non concessi.
  2. Rivolgersi a un consulente del lavoro o ad una delle sedi Regionali FAST-Confsal ti aiuterà a valutare la situazione e trovare soluzioni.

Conoscere queste regole è essenziale per proteggerti da possibili abusi.

 

 

 

Martedì, Aprile 1, 2025

CONTRATTO FERMO AI BOX FAST-CONFSAL, UGL FERROVIERI E ORSA FERROVIE RIACCENDONO I MOTORI

Dopo un anno e mezzo di trattative inconcludenti sul rinnovo del CCNL Mobilità – Attività Ferroviarie, FAST-Confsal, UGL Ferrovieri e ORSA Ferrovie mettono a punto una proposta integrativa alla piattaforma unitaria presentata nel luglio 2023. Nessuna rottura con le altre sigle ma un contributo necessario per imprimere una svolta concreta al negoziato.

Il documento presentato il 10 marzo 2025 mette a fuoco i nodi veri del contratto, con richieste verificabili e attuabili. Rilancia la centralità del contratto nazionale sollecitando anche interventi rapidi e coerenti sul secondo livello aziendale, in cui spesso si accumulano ritardi e incertezze.

Tra le proposte più significative spiccano: la riduzione dell’orario settimanale da 38 a 36 ore per i lavoratori non abilitati allo smart working, l’abolizione delle 13 ore esigibili nella Sezione SAR, l’ampliamento del fondo di accompagnamento al reddito per attuare la staffetta generazionale e l’introduzione di doppi riposi garantiti.

Focus anche sulla contrattazione integrativa:

  • nei servizi passeggeri, proposta di riduzione della prestazione A/R per il PdB, eliminazione della flessibilità per il PdM e ripristino del riposo minimo giornaliero a 11 ore;
  • per il Polo Mercitalia, si rivendica l’applicazione uniforme del contratto di Gruppo FS a tutte le imprese ferroviarie del polo o da esso partecipate. La lotta al dumping salariale deve iniziare dall’interno del gruppo FSI;
  • nel settore manutentivo, si chiede un’inversione di rotta: investimenti nella formazione, rientro delle attività strategiche e una regolamentazione rigorosa delle ditte appaltatrici.

Non si tratta di una piattaforma alternativa ma di una spinta costruttiva e coerente, che punta a rendere esigibili le richieste di alleggerire i carichi di lavoro, specie per il personale dell’esercizio ferroviario, spesso esposto a turni usuranti, riposi discontinui e flessibilità esasperate.

Un riequilibrio necessario tra vita e lavoro, tra produttività e dignità che segna un passo in avanti verso un contratto più giusto, moderno e applicabile.

 

 

Martedì, Aprile 1, 2025

ITALO SOTTOPAGA LE FERIE: ANCORA QUATTRO SENTENZE FAVOREVOLI PER FAST-CONFSAL

Ancora quattro vittorie in tribunale per FAST-Confsal. Con una sentenza, il Tribunale di Roma – Sezione Lavoro ha accolto il ricorso di due lavoratori, uno ancora dipendente e l’altro ex, contro Italo - Nuovo Trasporto Viaggiatori S.p.A. I ricorrenti lamentavano di aver percepito, nei periodi di ferie, una retribuzione inferiore a quella spettante, poiché calcolata senza considerare numerose indennità che invece erano regolarmente riconosciute durante i periodi di lavoro attivo.

La giudice ha ritenuto fondate le richieste, richiamando la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Corte di Cassazione, secondo cui il lavoratore ha diritto a una retribuzione feriale “completa” che non sia inferiore a quella normalmente percepita, pena la potenziale dissuasione all’effettiva fruizione del diritto al riposo. Sono state quindi ritenute nulle le clausole del contratto collettivo nazionale e aziendale che limitano la retribuzione delle ferie al solo minimo contrattuale e ad alcune indennità selezionate.

Nel dettaglio, il Tribunale ha ordinato l’inclusione, nel calcolo della retribuzione per i giorni di ferie, di tutte le indennità continuative collegate alle mansioni svolte: notturne, festive, di bordo, per assenza dal distretto, per turni variabili, produttività e molte altre. Si tratta di voci regolarmente percepite dai ricorrenti in busta paga e considerate compensative dei disagi strutturali delle attività svolte dal personale viaggiante, come macchinisti o train manager.

Di contro, la richiesta di includere anche i buoni pasto è stata rigettata: la Corte ha chiarito che questi rappresentano un benefit di natura assistenziale, non retributiva, collegato alla presenza effettiva in servizio e non al lavoro svolto in senso stretto. La loro erogazione è infatti legata a pause pranzo durante giornate lavorative superiori alle sei ore e non si configura come una componente stabile della retribuzione ordinaria.

La decisione segna un importante punto fermo nella tutela del diritto alle ferie retribuite in maniera equa, soprattutto in contesti in cui le indennità variabili rappresentano una parte sostanziale dello stipendio. La pronuncia apre la strada a nuove rivendicazioni da parte dei lavoratori del settore ferroviario e, potenzialmente, anche in altri comparti caratterizzati da orari flessibili e turnazioni complesse.

FAST-Confsal, che ha fornito anche il supporto legale in giudizio, invita ora tutti i lavoratori del comparto a controllare con attenzione la propria situazione. In presenza di dubbi o irregolarità, il consiglio è di rivolgersi alle strutture territoriali del sindacato per una verifica puntuale e, se necessario, avviare le opportune azioni.

 

 

Martedì, Aprile 1, 2025

PERMESSI STUDIO PER I LAVORATORI: UN APPROFONDIMENTO SULL'ART. 39 DEL CCNL DELLA MOBILITÀ A/F

I permessi studio rappresentano un importante strumento per i lavoratori che desiderano migliorare il proprio livello di istruzione o formazione professionale. Questo articolo analizza i diritti dei lavoratori riguardo ai permessi studio, focalizzandosi sull'articolo 39 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) della Mobilità A/F.Cosa sono i Permessi StudioI permessi studio sono dei periodi di assenza dal lavoro concessi ai lavoratori per consentire loro di frequentare corsi di formazione, scuole, università o altre attività didattiche. Tali permessi sono fondamentali per supportare la crescita professionale e personale dei lavoratori, promuovendo un ambiente di lavoro più competente e motivato.L'Articolo 39 del CCNL della Mobilità A/FContenuti dell'ArticoloL'articolo 39 del CCNL della Mobilità A/F stabilisce le condizioni e i requisiti per l'accesso ai permessi studio. Le principali disposizioni includono:

  • Destinatari: Tutti i lavoratori dipendenti dalle aziende del settore Mobilità A/F, che possono richiedere permessi studio in base a specifici criteri.
  • Tipologia di Permessi: I lavoratori hanno diritto a permessi per la frequenza di corsi scolastici, corsi di formazione professionale, università e altre attività didattiche riconosciute.
  • Durata dei Permessi: La durata dei permessi è stabilita in base alla tipologia del corso e alle necessità del lavoratore. Generalmente, viene concessa una certa quota annuale di ore o giorni, che può variare a seconda della legislazione vigente e delle necessità aziendali.
  • Procedura di Richiesta: I lavoratori devono presentare una domanda formale per richiedere i permessi studio, specificando il tipo di corso o attività formativa che intendono frequentare. È consigliabile effettuare la richiesta con un certo anticipo rispetto all'inizio del corso, per permettere all'azienda di pianificare le assenze.

Diritti e Doveri dei LavoratoriDiritti

  • Accesso ai Permessi: I lavoratori hanno il diritto di accedere ai permessi studio senza discriminazioni, in base alla loro idoneità e ai requisiti previsti dal contratto.
  • Tutela: I permessi studio non possono influire negativamente sulla carriera lavorativa del dipendente. Non possono esserci penalizzazioni per aver utilizzato il permesso studio in modo legittimo.

Doveri

  • Informare L'azienda: I lavoratori devono informare preventivamente l'azienda riguardo alla frequenza dei corsi e l'esigenza di sindacare i permessi.
  • Documentazione: È fondamentale fornire la documentazione necessaria, come attestati di iscrizione o frequenza ai corsi, per giustificare l'assenza.

ConclusioniI permessi studio rappresentano un'opportunità fondamentale sia per i lavoratori che per le aziende nel settore della Mobilità A/F.È generalmente indispensabile presentare al datore di lavoro l'attestazione di frequenza per poter usufruire dei permessi studio. Questa documentazione svolge diversi ruoli importanti:

  1. Giustificazione dell'Assenza: L'attestazione di frequenza funge da prova che il lavoratore sta effettivamente partecipando a un corso di formazione o attività didattica, giustificando quindi l'assenza dal lavoro.
  2. Rispetto delle Procedure: La presentazione dell'attestazione è parte integrante della procedura di richiesta dei permessi, dimostrando che il lavoratore sta seguendo tutte le normative e le disposizioni previste dal CCNL.
  3. Pianificazione Aziendale: L'attestazione consente al datore di lavoro di pianificare le assenze e organizzare il lavoro in modo da minimizzare l'impatto sulla produttività.
  4. Diritti del Lavoratore: Presentare l'attestazione di frequenza è anche un modo per proteggere i diritti del lavoratore, dimostrando che le assenze sono destinate a scopi legittimi di formazione.

In sintesi, per godere dei permessi studio previsti dall'art. 39 del CCNL della Mobilità A/F e garantire una corretta gestione delle assenze, è fondamentale che il lavoratore presenti l'attestazione di frequenza al proprio datore di lavoro.  

Martedì, Marzo 25, 2025

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: IL VALORE DEL GIUDIZIO E IL PESO DELLE SCELTE

Nelle ultime settimane il mondo del trasporto pubblico ha vissuto momenti che meritano un’attenta riflessione. È stato sottoscritto il nuovo Contratto Collettivo Nazionale degli Autoferrotranvieri, un atto che chiude una lunga stagione negoziale. La FAST Confsal, pur non firmataria, guarda con rispetto al lavoro svolto, nella consapevolezza che il contesto economico e sociale è tutt’altro che semplice. Il nostro giudizio è sospeso, ma non neutrale: aspettiamo con fiducia il referendum tra i lavoratori. Da parte nostra faremo un’analisi tecnica fra gli impegni presi con la piattaforma e le risposte date, soprattutto sul tema salariale, visto che quello della conciliazione vita lavoro non è stato affrontato.  Saranno loro, com'è giusto che sia, a decidere se quanto ottenuto rispecchia le aspettative e le necessità quotidiane.C’è poi un altro terreno, più aspro, su cui la nostra Organizzazione – insieme a ORSA e UGL Ferrovieri – si sta battendo con determinazione: il rapporto con la Commissione di Garanzia sul diritto di sciopero nei servizi essenziali. Abbiamo denunciato azioni che, nel nome di una presunta tutela dell’utenza, finiscono per comprimere il diritto costituzionale allo sciopero. L’equilibrio, in questi casi, è difficile, ma non può mai giustificare il dumping contrattuale fra diversi operatori ferroviari. La partecipazione massiccia alla manifestazione del 18 marzo e allo sciopero del giorno successivo dimostra che la questione è sentita.Siamo consapevoli del disagio che tutto questo può comportare per i cittadini. A loro, che spesso ci scrivono o ci parlano con parole di comprensione e solidarietà, va il nostro ringraziamento.La nostra è una battaglia solitaria e scomoda, certo. Ma anche necessaria. E, crediamo, giusta. 

Martedì, Marzo 25, 2025

SMART WORKING E REPERIBILITÀ/DISPONIBILITÀ: GRANDI STAZIONI RAIL SIGLA UN ACCORDO INNOVATIVO CON FAST-CONFSAL, UGL E ORSA

Il giorno 17 marzo 2025, Grandi Stazioni Rail S.p.A. ha raggiunto un'intesa con FAST-Confsal, UGL Ferrovieri e ORSA Ferrovie su due temi chiave per il futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori: lo smart working e la gestione della reperibilità/disponibilità.L’accordo estende il lavoro agile a tutto il personale, confermando la linea tracciata con l’intesa del 26 ottobre 2023. In precedenza, alcune figure operative strategiche, come gli Specialisti Building Stazioni (già inquadrati come Responsabili di Stazione e Addetti di Stazione) erano escluse da questa modalità lavorativa. Ora, pur mantenendo le loro attività critiche di conduzione sicura degli spazi e salvaguardia del valore patrimoniale e finanziario, potranno usufruire dello smart working per le mansioni amministrative e di rendicontazione. L'applicazione dell'accordo avverrà in continuità con la fruizione degli stessi giorni dell'anno precedente, consentendo un migliore equilibrio tra vita professionale e privata e garantendo, al contempo, la necessaria presenza sul posto di lavoro.Novità anche per la reperibilità/disponibilità. Il calendario dei turni seguirà una rotazione massima di dieci giorni ogni quattro settimane, coinvolgendo gli Specialisti Building Stazioni e i Direttori Lavori. Questi lavoratori saranno chiamati a intervenire in caso di necessità, occupandosi della gestione degli asset aziendali e delle relazioni con gli stakeholder.L’accordo si inserisce in un più ampio piano di rafforzamento organizzativo. Grandi Stazioni Rail ha infatti annunciato l’avvio di un potenziamento dell’organico nelle sedi territoriali nei prossimi mesi. Inoltre, entro luglio 2025 le parti si riuniranno nuovamente per valutare l’efficacia delle misure adottate e apportare eventuali miglioramenti.Un’intesa che rappresenta un passo avanti in termini di innovazione, flessibilità e continuità operativa, con un'attenzione particolare al benessere dei lavoratori e all’efficienza del servizio. 

Martedì, Marzo 25, 2025

SCIOPERO E DIRITTI: FAST CONFSAL IN PIAZZA CONTRO LE LIMITAZIONI DELLA COMMISSIONE DI GARANZIA

Il 18 marzo scorso, Roma ha visto la mobilitazione dei lavoratori del settore ferroviario contro le restrizioni imposte dalla Commissione di Garanzia sul diritto di sciopero. La protesta, svoltasi in Piazzale di Porta Pia, è stata organizzata congiuntamente da FAST Confsal, ORSA Ferrovie e UGL Ferrovieri, che hanno condotto insieme l’intera vertenza per difendere il diritto alla contrattazione collettiva e contrastare l’inasprimento dei servizi minimi essenziali.L’iniziativa è nata dalla crescente preoccupazione per le decisioni della Commissione di Garanzia che, con un intervento unilaterale, ha reso sempre più difficile per i lavoratori esercitare un’azione di sciopero realmente efficace. Il settore ferroviario attende da oltre 16 mesi il rinnovo del contratto collettivo e, in un contesto già segnato da difficoltà normative e salariali, la limitazione del diritto di sciopero è vista come un ulteriore tentativo di indebolire le legittime rivendicazioni dei ferrovieri.Nel corso della manifestazione è stato evidenziato come, a livello internazionale, il blocco del trasporto ferroviario sia una delle leve principali per far sentire la voce dei lavoratori. In Italia, invece, si sta imponendo una regolamentazione sempre più rigida, che rischia di compromettere la capacità di contrattazione e di paralizzare le azioni sindacali. La protesta ha puntato il dito contro le scelte della Presidente della Commissione di Garanzia, Marina Bellocchi, accusata di limitare il conflitto sociale a vantaggio delle aziende, anziché mantenere un ruolo super partes.FAST Confsal, ORSA Ferrovie e UGL Ferrovieri hanno ribadito che la lotta non si fermerà qui. L’azione sindacale unitaria ha dimostrato che non si può restare in silenzio davanti a scelte che alterano l’equilibrio tra diritti e doveri dei lavoratori. Se la Commissione di Garanzia e le istituzioni non rivedranno la loro posizione, l’inasprimento del conflitto sociale diventerà inevitabile.Durante l’evento è stato denunciato anche il comportamento di alcune aziende del settore ferroviario che, con il supporto di alcune organizzazioni sindacali compiacenti, hanno messo in secondo piano la tutela occupazionale e i diritti dei lavoratori, penalizzando in particolare le aree già fragili dal punto di vista infrastrutturale, come la Calabria.La mobilitazione ha voluto lanciare un segnale chiaro: la limitazione del diritto di sciopero non riguarda solo i ferrovieri ma rappresenta un attacco a tutti i lavoratori.La lotta continuerà con nuove iniziative per riportare al centro del dibattito politico e sindacale la difesa delle libertà fondamentali e del diritto alla contrattazione collettiva. 

Martedì, Marzo 25, 2025

ACCORDO PREMIO DI RISULTATO "GIUBILEO": UN TRAGUARDO IMPORTANTE PER I LAVORATORI

Il 13 marzo 2025, Dussmann Service S.r.l. ha siglato un importante accordo con le Organizzazioni Sindacali, introducendo il "premio di risultato" denominato “Giubileo”. Questo accordo, in particolare, rappresenta un riconoscimento fondamentale per i lavoratori delle Grandi Stazioni Roma Termini e Roma Tiburtina, valorizzando il loro impegno in un periodo cruciale.L'accordo è stato il risultato di un dialogo proficuo e costruttivo tra le parti, in particolare grazie all'impegno delle segreterie regionali ( Fast , Uil, Ugl e Orsa) che  hanno saputo rappresentare con efficacia le istanze dei lavoratori, ponendo domande e suggerendo soluzioni per affrontare le criticità legate all’assenteismo, un tema di grande rilevanza per la qualità del servizio e per l'equilibrio economico dell’azienda.l premio sarà erogato per nove mesi, dall'1 aprile al 31 dicembre 2025, per un importo massimo di €720 annui, suddiviso in €80 mensili. Sarà assegnato in base alla presenza sul lavoro e tramite ticket compliments, incentivando così l'impegno individuale e i risultati aziendali. I lavoratori senza assenze per malattia o infortunio riceveranno il premio nella sua totalità, mentre le assenze per permessi previsti dalla legge non influenzeranno il riconoscimento, tutelando i dipendenti anche in situazioni particolari. La riunione programmata al termine di ciascun bimestre per valutare i risultati e gli aventi diritto al premio rappresenta una ulteriore prova del desiderio di collaborare per il miglioramento delle condizioni di lavoro.Il segretario regionale Daniel di Martino ha dichiarato: “l’accordo “Giubileo” dimostra l'importanza del dialogo sociale e l’impegno del FAST Confsal nel garantire un futuro migliore per tutti i lavoratori coinvolti.” 

Martedì, Marzo 25, 2025

MOBILITÀ DEL PERSONALE IN CALABRIA: SEI SINDACATI E IL DILEMMA DI BRUTO

Siamo partiti in sei. Sei sigle sindacali unite nel chiedere a Trenitalia un incontro urgente sulla mobilità geografica del personale in Calabria. Era il 24 settembre 2024 e l'unità sembrava solida.Il 10 ottobre, nuova richiesta con l’avvio della prima fase delle procedure di raffreddamento e conciliazione ma, successivamente, due sindacati scelgono di non firmare le procedure di raffreddamento, riducendo i partecipanti a quattro. Il 27 novembre, durante un incontro di conciliazione, si lavora per chiudere le procedure e ottenere un calendario di riunioni. L’intesa prevede che, insieme agli altri temi di relazioni industriali, sia discusso anche il metodo per affrontare la questione mobilità. Il primo appuntamento è il 15 dicembre, ma alcuni partecipanti non si presentano e la discussione sulla mobilità non è affrontata. Un delegato di SLM FAST-Confsal chiede conferma dell’argomento all’ordine del giorno e riceve un netto "no" come risposta.  Nel frattempo, emergono segnalazioni di movimenti di personale gestiti al di fuori delle regole del CCNL.Si arriva al 15 gennaio 2025 con un nuovo incontro ma l’interesse sulla mobilità sembra affievolirsi per gran parte dei presenti. Come nel celebre tradimento di Bruto nei confronti di Cesare, la compattezza iniziale sembra incrinarsi e alcuni dei protagonisti della trattativa scelgono un approccio differente. Noi manteniamo la nostra posizione e scegliamo di non firmare un verbale relativo alla chiusura della linea Sibari-Catanzaro, ritenendo necessaria una discussione più approfondita sulla mobilità. Si giunge comunque a un accordo che sembra dare prospettive positive al processo. Tuttavia, il verbale firmato non è rispettato e alcune decisioni sui trasferimenti sono prese senza un confronto trasparente. Per evitare ripercussioni sui lavoratori già coinvolti nei trasferimenti, attendiamo un chiarimento della situazione. Dopo numerosi tentativi di richiesta di chiarimenti, inviamo una nota ufficiale di richiesta di informazioni sui criteri adottati. Alcune sigle sindacali interpretano l’iniziativa come un ostacolo ai processi di mobilità, dando luogo a un dibattito interno.Alla luce degli sviluppi, emerge una differenza di strategie tra le parti. Prima della fine dell’anno, alcuni rappresentanti sindacali avevano assunto una posizione di fermezza sulla mobilità, mentre a gennaio l’impostazione cambia radicalmente.Pur consapevoli delle difficoltà, continuiamo a sostenere la necessità di un processo di mobilità equo, basato su regole condivise e nel rispetto delle norme contrattuali. La mobilità è un argomento di grande rilevanza per i lavoratori calabresi e merita di essere affrontato con la massima attenzione.SLM FAST-Confsal rimane impegnata su questo fronte. Gli altri ci seguiranno? Eravamo partiti in sei…  

Martedì, Marzo 25, 2025

IL CIELO TRADITO: È ANCORA UNA PRIORITÀ LA SICUREZZA NEI VOLI?

Da notizie di stampa abbiamo appreso che la compagnia aerea italiana SkyAlps sarebbe finita sotto la lente delle autorità per presunte irregolarità nella manutenzione dei suoi aeromobili. Secondo quanto riportato, su otto velivoli ben sette sarebbero stati fermati per presunte criticità legate a interventi non eseguiti e all’uso di componenti scaduti. Se questi fatti corrispondessero al vero, ci troveremmo di fronte a una situazione preoccupante, che merita un approfondimento serio e dettagliato.

Vorremmo sapere se risponde al vero che questi aeromobili siano stati oggetto di verifiche tali da portare al fermo di quasi l’intera flotta della compagnia. Se fosse così, ci si chiede come sia stato possibile arrivare a una situazione del genere e, soprattutto, quali siano i controlli preventivi in essere per evitare che simili circostanze si ripetano. La manutenzione degli aerei è uno degli aspetti più delicati del trasporto aereo, un settore in cui anche il minimo errore può trasformarsi in una tragedia. Non esistono margini di tolleranza quando si parla di sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori del settore.

La storia dell'aviazione ci insegna che ogni volta che si è abbassata la guardia sulla sicurezza, le conseguenze sono state drammatiche. Basti pensare agli incidenti in cui la manutenzione approssimativa ha giocato un ruolo determinante. Vorremmo capire se, anche nel caso specifico di SkyAlps, le autorità competenti abbiano già avviato un'indagine approfondita e se siano state individuate delle responsabilità.

Un'altra domanda sorge spontanea: siamo di fronte a un caso isolato o questo episodio è il segnale di una tendenza più ampia di allentamento dei controlli e delle procedure di sicurezza nel trasporto aereo? Il settore dell'aviazione in Italia può davvero dirsi all'altezza degli standard di sicurezza più elevati o è necessario rafforzare ulteriormente le ispezioni e le verifiche tecniche?

Vorremmo inoltre sapere se i lavoratori del comparto aeronautico, dai tecnici di manutenzione ai piloti, abbiano segnalato criticità e se queste segnalazioni abbiano ricevuto l’attenzione necessaria. È essenziale che chi opera ogni giorno per garantire voli sicuri possa farlo in un contesto in cui la sicurezza non sia solo un principio astratto, ma una realtà concreta e non negoziabile.

In attesa di risposte ufficiali, resta il fatto che quanto emerso, se confermato, non può lasciare indifferenti. Se davvero sette aerei su otto sono stati bloccati per problemi di sicurezza, significa che c’è qualcosa che non ha funzionato nei controlli e nelle procedure di manutenzione. È lecito chiedersi: quanti altri casi potrebbero sfuggire alle verifiche? E soprattutto, possiamo ancora fidarci? Chi sale su un aereo, in Italia, lo fa in condizioni di assoluta sicurezza?

 

Martedì, Marzo 18, 2025

IL PERSONALE DI FRONT LINE: UNA RISORSA DA VALORIZZARE

Il contatto del personale ferroviario con la clientela è un argomento molto dibattuto, negli ultimi tempi. Il nostro notiziario se n’è occupato spesso, soprattutto per ciò che riguarda i tanti, troppi casi di aggressione nei confronti di chi, sul campo, si occupa di controllare il possesso o la correttezza dei titoli di viaggio o di fornire informazioni e soluzioni nei casi di turbamento della circolazione o, ancora, di corretta applicazione delle condizioni di trasporto. Seminari, riunioni con i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni, incontri con le imprese di trasporto sono – per fortuna – sempre più frequenti, con il sindacato che svolge bene la propria funzione di rappresentanza delle istanze dei lavoratori interessati. Vogliamo, però, affrontare qui un aspetto poco o nulla dibattuto, ovvero il riconoscimento formale della specifica funzione di operatore di front line. Chi opera a contatto diretto con la clientela – e ci riferiamo al personale di vendita diretta e di assistenza – mette in campo, oltre alle competenze acquisite nella formazione professionale somministrata dalle aziende, delle precise “skill”, molto spesso personali o – persino – caratteriali che incidono molto e molto bene nella gestione del conflitto o nell’opera di fidelizzazione dei clienti alle aziende. Solo per portare un esempio, abbiamo visto un operatore di front line, in un caso di circolazione ferroviaria bloccata, riuscire a guadagnarsi la fiducia e il rispetto di un centinaio di clienti giustamente inferociti che non sapevano se – e quando – sarebbero riusciti a tornare a casa, al termine di una giornata di lavoro. Alcuni di essi, prima di salire (finalmente) sul treno, hanno voluto complimentarsi col lavoratore per la professionalità e la pazienza dimostrate. Questo è solo uno dei tanti esempi che potremmo portare per dimostrare quanto ormai sia necessario riconoscere un’indennità specifica, anche economica, che prenda e dia atto della grande capacità professionale di questa categoria. Il personale di front line è il volto delle aziende. Occorre certificarlo.

 

Martedì, Marzo 18, 2025

ELIOR E CLEAN SERVICE: RINVII E INCERTEZZE, I LAVORATORI NON POSSONO ASPETTARE

Il 13 marzo si è svolto un incontro tra Clean Service e i sindacati per la ripresa delle corrette relazioni industriali, coincidente con la ripresa del confronto con la dirigenza Elior, avviato il 6 marzo. Nonostante tali sforzi, le problematiche sollevate dai lavoratori continuano a non ricevere risposte risolutive.

Tra il 6 e il 13 marzo, Elior ha inviato alle segreterie nazionali i turni d'impianto, corredati di legenda, per consentirne una più accurata verifica. Sono state annunciate, il 15 marzo scorso, anche modifiche nella gestione dei trolley bar sugli ETR1000, con l'obiettivo di migliorare l’efficienza e le condizioni di lavoro.

Tuttavia, questioni cruciali come la precarietà organizzativa, l’incertezza sui turni e l'applicazione incompleta del CCNL Mobilità AF rimangono irrisolte. I sindacati hanno reiterato l'importanza di affrontare queste criticità con risposte concrete.

L'intenzione di Elior di proseguire con un accordo transitorio scaduto, senza fornire una data per l’applicazione integrale del contratto, ha suscitato una ferma reazione da parte di FAST, UGL e ORSA. Abbiamo intimato all’azienda il rispetto degli accordi esistenti.

Abbiamo chiarito che, se non saranno fatti miglioramenti concreti, non escludiamo l'adozione di azioni più incisive per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.

Continueremo a monitorare la situazione affinché le soluzioni annunciate non rimangano meri annunci, ma si traducano in reali progressi per i lavoratori.

Il prossimo incontro sarà decisivo: è fondamentale che Elior e Clean Service dimostrino di aver avviato un percorso costruttivo, ascoltando le esigenze dei propri dipendenti e dando voce alle loro istanze attraverso i sindacati.

 

 

Martedì, Marzo 18, 2025

TASSAZIONE DELLE ORE DI LAVORO STRAORDINARIE E SUPPLEMENTARI

Nel lavoro subordinato, le ore lavorative sono regolate da norme che definiscono i limiti operativi per i lavoratori. I contratti collettivi stabiliscono un massimo di ore lavorative giornaliere e settimanali, superati i quali si considera lavoro straordinario o supplementare. È cruciale comprendere come il regime fiscale legato a queste ore possa influenzare sia il reddito dei lavoratori che le decisioni aziendali.

Limiti di lavoro: orario ordinario e straordinario

Orario ordinario

Secondo la legislazione italiana, l'orario normale di lavoro è di 40 ore settimanali, salvo riduzioni concordate (Decreto Legislativo n. 66/2003).

Limiti settimanali e giornalieri

Il limite settimanale è fissato a 48 ore, comprendendo sia le ore ordinarie che quelle straordinarie, calcolato come media su un periodo da sei mesi a un anno. Non esiste un limite giornaliero specifico, ma il lavoratore ha diritto a un riposo di almeno 11 ore consecutive, per cui in media non si dovrebbero superare le 13 ore in un giorno.

Lavoro straordinario e supplementare

Lavoro straordinario

Il lavoro straordinario è qualsiasi ora che supera le 40 ore settimanali. Deve essere compensato con una maggiorazione della retribuzione, conforme alla legge e ai contratti collettivi.

Lavoro supplementare

Il lavoro supplementare interessa i lavoratori part-time e si riferisce ad ore oltre l'orario contrattualmente previsto, senza superare comunque le 40 ore settimanali. Anche in questo caso è previsto un compenso aggiuntivo, generalmente inferiore rispetto a quello del lavoro straordinario.

Tassazione delle ore di lavoro straordinario

Le ore straordinarie sono tassate alle stesse aliquote fiscali delle retribuzioni normali, contribuendo al reddito totale del lavoratore.

Aliquote IRPEF in Italia

L'IRPEF è un'imposta progressiva, con le seguenti aliquote:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro
  • 35% per redditi tra 28.001 e 50.000 euro
  • 43% per redditi oltre 50.000 euro

Impatto fiscale

Quando un lavoratore guadagna ore straordinarie, questo incremento può portarlo a una fascia IRPEF più alta. Ad esempio, un reddito di 27.500 euro, con 1.000 euro di straordinario, diventa 28.500 euro, tassato parzialmente al 35%.

 

Esoneri e sgravi

Alcuni settori possono prevedere agevolazioni fiscali per le ore straordinarie, come aliquote ridotte o esoneri temporanei.

Tassazione delle ore di lavoro supplementare

Le ore supplementari, riguardanti i lavoratori part-time, sono compensate con una maggiorazione rispetto a quelle ordinarie, variabile tra il 15% e il 25% a seconda dei contratti collettivi.

Tassazione

Queste ore sono tassate con le stesse aliquote IRPEF delle ore ordinarie. Se il reddito totale supera certe soglie, il lavoratore può entrare in fasce IRPEF più elevate.

Esempio pratico

Un lavoratore part-time con 18.000 euro all’anno e 1.000 euro di supplementari avrà un reddito di 19.000 euro, mantenendosi nella fascia del 23%. Se il totale supera 28.000 euro, la parte eccedente sarà tassata al 35%.

Incentivi fiscali

In alcuni casi, contratti collettivi possono prevedere esenzioni fiscali per il lavoro supplementare, specialmente nei settori con frequenti picchi di produzione. Tali incentivi devono essere negoziati e variano a seconda del settore.

 

 

Martedì, Marzo 18, 2025

TPL IL CONTRATTO FANTASMA: PROMESSE, FIRME E MIRAGGI RETRIBUTIVI

C’era una volta una grande trattativa, condotta con il solenne impegno di garantire dignità e diritti ai lavoratori di un settore chiave per il Paese. Si parlava di aumenti, di tutele, di prospettive. Poi, come spesso accade nelle grandi favole moderne, la realtà ha bussato alla porta e ciò che era stato annunciato con squilli di tromba si è rivelato un castello di carta, fragile e inconsistente.

Gli operai, i conducenti, i lavoratori – quelli veri – che ogni giorno fanno girare le ruote del trasporto pubblico locale si sono ritrovati con le tasche vuote e un’unica certezza: quello che doveva essere un contratto capace di ridare loro respiro si è dissolto nell’aria come una bolla di sapone. Si attendeva una “una tantum” a febbraio, ma niente. A marzo sarebbero dovuti arrivare gli aumenti tabellari ma il calendario scorre e il nulla regna sovrano. Giugno avrebbe dovuto portare il trattamento integrativo ma l’unico trattamento ricevuto è stata l’ennesima pacca sulla spalla. E per chi nutrisse ancora qualche speranza, il 2026, con il suo misero 6%, non sarà certo l’anno della svolta.

Ma come si è arrivati a questa situazione? Mistero. Di certo, attorno ai tavoli delle trattative si aggirano figure di grande esperienza nel firmare accordi che si sciolgono come neve al sole. Alcuni di loro, pur non conoscendo il sudore della strada, hanno l’incredibile capacità di stabilire le regole per chi invece su quelle strade vive ogni giorno. E così, mentre il trasporto pubblico locale si impoverisce e si svuota di lavoratori sempre più demotivati, qualcuno riesce nell’ardua impresa di trasformare ogni rinnovo in un’operazione al ribasso, con la stessa abilità con cui si fa sparire la moneta nel gioco delle tre carte.

Il problema, però, non è solo retributivo. È culturale. Perché mentre in altri settori si combatte per mantenere salari dignitosi e condizioni di lavoro umane, qui si riesce a far passare per accettabile una perdita di quattro rinnovi in vent’anni. E nel frattempo, tra regolamentazioni sugli scioperi e ritmi sempre più insostenibili, chi lavora è considerato un semplice ingranaggio, utile solo finché regge la pressione.

Eppure, qualcuno si ostina ancora a credere che sia possibile invertire la rotta. Chi non si accontenta di vedere il settore sprofondare nel pantano delle decisioni imposte dall’alto, ha deciso di rimettere in moto le rivendicazioni, di non lasciare che il futuro dei lavoratori sia svenduto per un pugno di promesse mai mantenute.

Forse è tempo che questo “tavolo ingessato da decenni” sia finalmente rovesciato per fare spazio a qualcosa di nuovo. Perché se davvero il trasporto pubblico locale deve sopravvivere e crescere, non può certo farlo sulle macerie delle illusioni.

Ma solo se si lotta per qualcosa di reale.

 

Martedì, Marzo 18, 2025

IL DIRITTO DI PRECEDENZA NELLE ASSUNZIONI

Il diritto di precedenza nelle nuove assunzioni è un elemento cruciale nel diritto del lavoro italiano, formalizzato dall’articolo 24 del D.Lgs. 81/2015. Questa norma offre ai lavoratori con contratti temporanei una priorità nelle assunzioni a tempo indeterminato presso lo stesso datore di lavoro. In questo articolo, approfondiremo il concetto di diritto di precedenza, ne esamineremo le condizioni di applicazione, gli obblighi del datore di lavoro, le conseguenze in caso di violazione, e discuteremo alcune pronunce della Corte di Cassazione.

Che Cos'è il Diritto di Precedenza?

Il diritto di precedenza è una salvaguardia per i lavoratori che hanno operato in un'azienda con un contratto a termine, consentendo loro di essere ripresi con priorità rispetto ad altri candidati in caso di nuove assunzioni a tempo indeterminato. Le categorie di lavoratori aventi diritto includono:

Lavoratori con contratti a termine, che hanno prestato servizio per un periodo superiore ai sei mesi.

Lavoratori stagionali, che dispongono di tutele specifiche per le assunzioni nelle medesime attività stagionali.

Per esercitare il diritto di precedenza, i lavoratori devono esprimere la loro intenzione entro sei mesi dalla fine del contratto di lavoro, mentre per i lavoratori stagionali il termine è ridotto a tre mesi.

Requisiti per Esercitare il Diritto di Precedenza

Per poter avvalersi del diritto di precedenza, è necessario soddisfare alcune condizioni chiave:

Anzianità Lavorativa: Il lavoratore deve aver accumulato almeno sei mesi di lavoro continuativo o cumulativo presso il medesimo datore di lavoro.

Espressione di Intento: È necessaria una comunicazione scritta da parte del lavoratore, da presentare entro i termini legislativi.

Posizione Lavorativa Simile: Il diritto di precedenza si applica esclusivamente a posizioni lavorative equivalenti a quelle già ricoperte.

Doveri del Datore di Lavoro

Il datore di lavoro ha l’obbligo di rispettare il diritto di precedenza, garantendo la priorità ai lavoratori che hanno dichiarato di volerne usufruire prima di procedere a nuove assunzioni. Inoltre, è sua responsabilità informare i lavoratori a termine riguardo l’esistenza di questo diritto e i termini per esercitarlo. Tale informazione dovrebbe essere fornita al momento della cessazione del contratto o tramite una clausola specifica nel contratto stesso.

Sanzioni per Inosservanza del Diritto di Precedenza

Il datore di lavoro che non ottempera al diritto di precedenza può affrontare diverse sanzioni, che includono:

Risarcimento del Danno: I lavoratori possono richiedere un risarcimento basato sulla retribuzione che avrebbero guadagnato se fossero stati assunti.

Conversione del Contratto: In alcune circostanze, un giudice potrebbe ordinare la trasformazione del contratto a termine in un contratto a tempo indeterminato se si dimostra una violazione sistematica del diritto di precedenza.

Sanzioni Amministrative: Oltre al risarcimento, il datore di lavoro potrebbe ricevere sanzioni, come multe imposte dagli ispettorati del lavoro.

Giurisprudenza Significativa

Per comprendere meglio l'applicazione del diritto di precedenza, esaminiamo le  tre sentenze più importanti della Corte di Cassazione che evidenziano chiaramente le conseguenze che possono derivare da un'inosservanza del diritto di precedenza. Per garantire un ambiente di lavoro equo e giusto, è fondamentale che entrambe le parti—lavoratori e datori di lavoro—abbiano una comprensione approfondita delle normative in vigore e agiscano conseguentemente.

Sentenza n. 11135/2017: Ha stabilito che spetta al datore di lavoro dimostrare di aver rispettato il diritto di precedenza; in assenza di tale prova, si presume un danno a favore del lavoratore.

Sentenza n. 17142/2015: Ha sottolineato l'importanza di informare il lavoratore sul diritto di precedenza. La mancanza di comunicazione può essere considerata una grave violazione, con conseguente diritto al risarcimento dei danni.

Sentenza n. 3137/2013: Ha chiarito che il diritto di precedenza deve essere esercitato nei termini stabiliti, altrimenti il lavoratore perde tale possibilità.

Conclusione

Il diritto di precedenza costituisce una protezione fondamentale per i lavoratori con contratti a termine in Italia, fornendo loro un’opportunità di assunzione prioritaria a tempo indeterminato. Per poter beneficiare di questo diritto, è essenziale che i lavoratori siano adeguatamente informati riguardo alle condizioni e ai termini richiesti. Allo stesso tempo, i datori di lavoro devono essere consapevoli dei loro obblighi e delle potenziali conseguenze legali in caso di violazione.

 

Martedì, Marzo 11, 2025

BODYCAM: UTILIZZO SPERIMENTALE DA PARTE DEL PERSONALE DI SECURITY

Lo scorso 13 febbraio, le organizzazioni sindacali della regione Liguria si sono incontrate con Fs Security al fine di sperimentare l'utilizzo delle bodycam, con l'esclusivo obiettivo e auspicio di incrementare il livello di sicurezza dei lavoratori.

L’uso di tali dispositivi comporta una conoscenza e applicazione di tutta la normativa sulla privacy e sul trattamento dei dati personali e un’attenta valutazione dei processi per non incidere sul diritto di non essere “controllati” nell’esercizio delle proprie funzioni. La complessità della tematica necessitava, pertanto, di un serio confronto fra le parti.

L’incontro ha avuto come premessa iniziale la condivisione che ogni futuro accordo sarebbe stato volto solo a tutelare il patrimonio aziendale e in primis i lavoratori e non a controllarli.

Pertanto, si è concluso che i dispositivi di bodycam verranno utilizzati in via sperimentale dal personale di security operation7 operation – nord /presidio territoriale di Genova per un periodo di sei mesi, dopo il concordato futuro incontro sulla tematica del trattamento dei dati personali e sulla loro protezione.

L’utilizzo sarà su base volontaria e previa ricaduta formativa in materia, comprensiva di simulazioni.

Tutte le bodycam avranno la funzione di registrazione audio disattiva e non attivabile dall’utente e opereranno in due modalità: “buffering”, cioè le immagini registrate non sono salvate in memoria e “recording”, le cui immagini invece sono salvate in memoria.

La funzione “recording” non sarà continuativa ma attivabile su iniziativa nelle situazioni di pericolo ravvisate e le immagini saranno immagazzinate in piattaforme, la cui assegnazione sarà gestita da Fs Security, in forma criptata e visionabili solo su accordo fra le parti e le piattaforme gestite da personale incaricato.

Tutte le persone potenzialmente coinvolte saranno preventivamente avvisate del sistema in atto.

Le Organizzazioni Sindacali condividono questi sforzi per trovare soluzioni al tema della sicurezza dei lavoratori, rimanendo però vigili sul rispetto dei loro diritti in tema di privacy.

La valutazione del periodo sperimentale sarà oggetto di incontro dedicato.

 

Martedì, Marzo 11, 2025

SCIOPERO: UN DIRITTO DA DIFENDERE IL 18 E 19 MARZO IN PIAZZA E IN LOTTA

Il diritto di sciopero è sotto attacco. La recente delibera della Commissione di Garanzia, sotto la presidenza Bellocchi, ha imposto nuove e pesanti restrizioni, ampliando i servizi minimi garantiti nel settore ferroviario. Una decisione che accoglie le richieste del Gruppo FSI senza alcuna reale valutazione dell’impatto complessivo sul sistema ferroviario, creando un precedente pericoloso che limita la libertà sindacale e favorisce gli interessi aziendali a scapito di quelli dei lavoratori.

Per questo motivo UGL Ferrovieri, ORSA Ferrovie e FAST-Confsal hanno indetto un sit-in di protesta il 18 marzo, dalle 10:30 alle 13:30, davanti al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e uno sciopero nazionale di 8 ore il 19 marzo, dalle 09:01 alle 17:59, con una manifestazione a Roma in Piazza di Porta Pia. Due azioni complementari che rappresentano una risposta forte e unitaria a chi vuole limitare il diritto di sciopero.

La delibera della Commissione di Garanzia ha introdotto un principio inaccettabile: la determinazione dei servizi minimi su base aziendale, invece che sull’intero settore. Questo significa che se sciopera solo Italo, i suoi treni devono comunque circolare, mentre se Trenitalia non aderisce allo sciopero, il servizio resta comunque garantito. Una logica distorta che non trova applicazione in altri settori, come il trasporto aereo, dove le limitazioni sono stabilite per l’intero comparto e non per singola compagnia.

Questa impostazione non è solo un grave attacco alla libertà sindacale, ma introduce un sistema di deroghe su misura per le esigenze delle aziende, penalizzando i lavoratori e rendendo lo sciopero inefficace. Il risultato? Un meccanismo che favorisce il monopolio, limita il potere contrattuale dei ferrovieri e, soprattutto, svuota di significato il diritto costituzionale alla protesta.

FAST-Confsal, insieme a UGL Ferrovieri e ORSA Ferrovie, ha scelto di rispondere su più fronti. Da un lato, con il ricorso al TAR del Lazio, che dovrà esprimersi sulla legittimità di queste nuove restrizioni. Dall’altro, con la mobilitazione del 18 marzo e lo sciopero del 19 marzo, due azioni diverse ma complementari, entrambe fondamentali per riportare la questione dello sciopero al centro del dibattito pubblico.

Ma la battaglia non finisce qui. Le Segreterie stanno valutando di mantenere alta l’attenzione e di programmare a stretto giro un attivo unitario a Roma, coinvolgendo tutti i gruppi dirigenti delle tre organizzazioni sindacali. Un momento di confronto necessario per decidere le prossime mosse e costruire una mobilitazione ancora più incisiva. La difesa del diritto di sciopero è una battaglia che richiede il massimo impegno da parte di tutti. Chi potrà essere in piazza il 18 marzo farà sentire la propria voce direttamente davanti al Ministero, mentre chi non potrà esserci potrà comunque sostenere la lotta aderendo allo sciopero del 19 marzo. Due azioni, un unico obiettivo: difendere la libertà sindacale e garantire ai lavoratori strumenti reali per migliorare le proprie condizioni di lavoro.

 

Martedì, Marzo 11, 2025

ELIOR: AVVIATO UN CONFRONTO PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI LAVORO

Il 6 marzo scorso si è svolto un incontro importante tra i rappresentanti sindacali FAST-Confsal, Ugl Ferrovieri e Salpas Orsa e la direzione di Elior, mirato a risolvere le problematiche che affliggono l'organizzazione del lavoro e il benessere dei lavoratori. Il sindacato ha richiesto un confronto serio e misure concrete per affrontare le criticità.

Al centro del dibattito l'organizzazione del lavoro, che necessita di interventi urgenti. In particolare, è stato sottolineato che il personale di Logistica e Viaggiante utilizza attrezzature come trolley e carrelli frigo che necessitano di maggiore manutenzione. È stato richiesto anche un adeguamento della formazione per l'uso del nuovo servizio WD e della "Bascula Standard Unit", al fine di garantire la sicurezza sul lavoro.

Inoltre, con la ripresa del servizio internazionale “Parigi”, è emersa la preoccupazione per il distacco di personale che potrebbe creare carenze nei turni. È stato chiesto un piano chiaro per evitare difficoltà. Un altro tema cruciale riguarda la gestione dei turni, che devono essere comunicati tempestivamente e rispettare i tempi di riposo, per migliorare la conciliazione vita-lavoro.

Il sindacato ha inoltre richiesto che le buste paga siano accompagnate dal Calendario Presenze, per verificare la corretta contabilizzazione delle ore lavorate. È stato sollecitato anche un miglioramento nella gestione degli straordinari, con il riconoscimento regolare su base mensile.

L'azienda ha mostrato apertura al dialogo, impegnandosi a verificare le problematiche segnalate e a proseguire il confronto nelle prossime settimane.

FAST Confsal continuerà a monitorare gli sviluppi, con l’obiettivo di ottenere miglioramenti concreti per tutti i lavoratori.

 

Martedì, Marzo 11, 2025

8 MARZO: OGGI NON SOLO FESTA DELLA DONNA

Questo 8 marzo 2025 cade in momento particolare per il nostro sindacato e per le donne e gli uomini che insieme a noi nutrono fortemente il senso di giustizia.

Ricordarci tutti che la festa della donna risale a un fatto storico certo, di lotta sindacale, in una fabbrica di lavoratrici ci riporta, a nostro avviso, a quello che viviamo oggi, noi donne e uomini delle ferrovie che si stanno battendo per il primo dei diritti dei lavoratori, strumento essenziale per difendere tutti i diritti: il diritto di sciopero.

Come possiamo constatare anche oggi, se non dimentichiamo le radici profonde di ogni movimento dei lavoratori, il diritto dello sciopero, anche costituzionalmente protetto, è l’intuizione originaria per sviluppare le conquiste e i diritti del lavoro.

Dimenticarlo può indicare uno smarrimento culturale e ideale che, come un filo rosso, attraversa tanta storia intessuta di fatica, di lotta, di sconfitte e di vittorie. Significa cedere, ancor prima che socialmente, idealmente e culturalmente a un mondo che considera ormai le persone e il loro lavoro come una merce tra le tante, oggetto di apprezzamento (nel senso di prezzarlo, dargli un prezzo) ma più spesso di deprezzamento e comunque soggetto agli andamenti capricciosi o ciclici delle borse.

Altro che dignità della persona, come ci insegna la Costituzione e ci ricorda il magistero del Papa.

Il diritto di sciopero diventa allora il principale strumento per la difesa dei diritti, anche oggi, allorché falliscono gli accordi, le concertazioni, i dialoghi sociali, le responsabilità paritarie, gli obiettivi ideali condivisi.

Per questo noi, oggi, vogliamo celebrare l’8 marzo con la memoria al passato, a quelle donne che lottarono in quella fabbrica ma con la speranza rivolta al futuro, che nessuno ci regalerà ma dovremo, oggi come ieri, conquistarcelo, usando quello strumento antico ma sempre attuale che è il diritto di scioperare.

E noi donne del sindacato saremo in prima fila.

 

Martedì, Marzo 11, 2025

PRIMA STORICA VITTORIA DI FAST-CONFSAL CONTRO AUTOLINEE VARESINE

Il Tribunale di Varese riconosce la correttezza del nostro ricorso sulla retribuzione feriale. 

Non è enfatico definirla storica perché essa segna un punto di rottura e di svolta nelle relazioni industriali che la nostra azienda ha conosciuto fino a oggi. Ma facciamo un passo indietro e raccontiamo come inizia la nostra storia.

A seguito delle sentenze europee che sanciscono l’equiparazione retributiva tra giorni effettivamente lavorati e giorni di ferie, Autolinee Varesine si presenta ai lavoratori con una proposta di accordo di 1000 euro (lordi) a titolo di indennizzo per le ferie pregresse. Le nostre segreterie, fin da subito, ci consigliano di non firmare senza avere appurato, tramite i nostri consulenti del lavoro, quale cifra ci spetti di diritto. Oltre alla doverosa prudenza vi sono altri campanelli d'allarme, primo fra tutti il fatto che altri sindacati lo pubblicizzano come un buon accordo, senza però specificare su quali basi. Il secondo campanello riguarda la fretta con cui l'azienda vuole chiudere la questione, concedendo al lavoratore meno di due settimane per apporre la firma. Il fatto, poi, che la dirigenza offra cappuccio e brioche a coloro che firmano ci fa venire in mente la massima andreottiana per cui chi pensa male fa peccato, ma molto spesso ci prende.

La lettura della sentenza ci autorizza a pensare che avevamo ragione: il nostro collega riceve dodici volte la cifra offerta dall'azienda. Ora attendiamo con fiducia l'esito delle altre vertenze dei nostri iscritti. Fiducia ben riposta a giudicare dalle innumerevoli cause vinte da FAST Confsal in tante città d'Italia e in ogni grado di giudizio.

Ma il pronunciamento del tribunale di Varese contro Autolinee Varesine non ha solamente risvolti economici, poiché mette il nostro sindacato in una posizione di autorevolezza di fronte a colleghi e vertici aziendali, dimostrandosi un interlocutore preparato e determinato nel perseguire gli interessi del lavoratore. Inoltre, i nostri iscritti non saranno più obbligati ad ascoltare quella fastidiosa generalizzazione per cui i sindacati sarebbero tutti uguali.

Non resta che affrontare con ottimismo le prossime sfide sia a carattere locale, con il nostro impegno sui temi della sicurezza e sulla ridefinizione degli accordi di secondo livello, sia a carattere nazionale con la nostra lotta per la tutela del diritto di sciopero.

 

Martedì, Marzo 11, 2025

FAST-Confsal TOSCANA TERZO CONFRONTO CON I LAVORATORI SUL CCNL 2025

Nel cuore di un periodo cruciale per le decisioni sindacali a livello nazionale, il 25 febbraio si è svolto il terzo incontro dedicato al confronto sui punti irrinunciabili del rinnovo del CCNL/AF 2025. Un appuntamento che ha visto inizialmente la Toscana, con la sua "cassa di risonanza", amplificare le voci e le esigenze di molte altre regioni collegate. L'incontro è stato un'occasione di confronto aperto e costruttivo, in cui i partecipanti hanno avuto modo di esprimere liberamente le proprie opinioni, sintomo di un sindacato firmatario libero, autonomo e senza vincoli. Le criticità del territorio sono state messe in luce, le opportunità discusse e l'intervento del Segretario Generale è stato accolto con favore.I punti cardine della discussione hanno riguardato tematiche di fondamentale importanza per i lavoratori:*36 ore settimanali a parità di retribuzione: un obiettivo ambizioso ma necessario per migliorare la qualità della vita dei lavoratori.*Aumento del 18% sulla retribuzione mensile: un adeguamento salariale che riconoscerebbe quantomeno un valore aggiunto rispetto a oggi.*Refezioni certe per il personale equipaggi: un diritto fondamentale che deve essere garantito.*Reale conciliazione vita-lavoro per i turnisti: un tema cruciale per chi lavora su turni, che necessita di maggiore attenzione e soluzioni concrete.Durante il confronto sono state affrontate anche le ultime novità riguardanti la separazione dei tavoli voluta dai confederali, le procedure di raffreddamento e la nostra importante lotta per il diritto di sciopero. Come FAST-Confsal abbiamo confermato il nostro assoluto impegno su tutti i fronti, vogliamo andare avanti compatti e forti per ottenere un contratto più che dignitoso e per non farci portare via il diritto di sciopero.L'unità dimostrata durante l'incontro è un segnale importante: la forza del sindacato risiede nella compattezza e nella determinazione dei suoi iscritti. L'importanza della partecipazione attiva di tutti i lavoratori è stata ribadita più volte, sottolineando che solo attraverso un coinvolgimento diretto sarà possibile raggiungere gli obiettivi prefissati. Il sostegno della base è fondamentale per dare peso alle rivendicazioni e per contrastare eventuali tentativi di limitare i diritti acquisiti.La battaglia per migliori condizioni lavorative non si esaurisce in un solo incontro, ma è un percorso che richiede costanza e determinazione. L'attenzione rimane alta anche sulle prossime fasi di trattativa, con un occhio vigile sulle mosse delle controparti. La mobilitazione sindacale, infatti, non si ferma qui: è necessario proseguire con determinazione, pronti a mettere in campo tutte le azioni necessarie per garantire che le richieste dei lavoratori siano accolte.E tutto questo possiamo farlo insieme. Siamo convinti che la lotta per migliorare le condizioni di lavoro sia una battaglia di civiltà. La dignità non si compra, si conquista. Forza! 

Martedì, Marzo 4, 2025

FAST-CONFSAL TAXI: NESSUNA PROTESTA, LA VERA BATTAGLIA SI GIOCA AI PIANI ALTI

Lo scorso 26 febbraio alcune sigle sindacali hanno protestato con un presidio fisso in via Capitan Bavastro, a Roma, contro l’operato dell’assessore alla mobilità Eugenio Patanè.La FAST-Confsal settore Taxi ha ritenuto opportuno non partecipare a questa protesta non perché non condivida i motivi, sicuramente validi, proposti dalle sigle promotrici di tale presidio ma perché in questo momento si stanno discutendo, in sedi molto più in alto dell’assessorato alla mobilità del comune di Roma Capitale, questioni molto più importanti per il settore. Crediamo che in questa fase sia meglio tenere bassi i toni e non dar modo a chi, in malafede, attacca continuamente il nostro settore col rischio di condizionare il buon esito delle trattative.L’approvazione dei decreti attuativi della legge nazionale 12/19 e l’emanazione di un DPCM che regolamenta le applicazioni d'interconnessione del settore T.P.N.L. sono, secondo noi, la soluzione migliore per contrastare l’abusivismo che imperversa nelle grandi città italiane ma, soprattutto, per porre delle regole certe all’uso sconsiderato e fuorilegge delle applicazioni da parte degli operatori NCC.Condividiamo le preoccupazioni che i colleghi hanno esposto durante il presidio, ma riteniamo che portare sotto la luce dei riflettori la nostra categoria, già sottoposta ad attacchi speculativi da parte dei media, non sia la strategia migliore.La FAST-Confsal Taxi, pur ritenendo validi i motivi del presidio, ha preferito non partecipare e aspettare in silenzio l’evolversi e la conclusione dei succitati decreti attuativi (RENT, registro elettronico nazionale trasporti e il foglio di servizio elettronico per gli NCC) e DPCM che aspettiamo ormai da quasi sei anni. Ora che la meta sembra vicina preferiamo, come dimostrato più volte, mantenere equilibrio e buon senso per raggiungere lo scopo.Possiamo assicurare che continueremo, come sempre, a monitorare da vicino l’evolversi della situazione, pronti a cambiare abito e indossare i caschi da battaglia, se mai ce ne fosse bisogno. 

Martedì, Marzo 4, 2025

NON TI PAGANO STIPENDIO O TFR? ECCO COME IL FONDO DI GARANZIA INPS PUÒ AIUTARTI

Quando un datore di lavoro non paga stipendio o TFR, i lavoratori possono sentirsi persi, ma esiste un percorso legale che consente di attivare il Fondo di Garanzia INPS. Di seguito, una guida pratica su come procedere.1. Comunicazione al datore di lavoroIl primo passo è inviare una PEC (Posta Elettronica Certificata) o una raccomandata con ricevuta di ritorno al datore di lavoro, intimandogli il pagamento e specificando l’importo dovuto, con un termine di risposta di 3-5 giorni. Questo atto documenta il tentativo di risolvere la questione in modo amichevole. Se non hai una PEC, puoi rivolgerti a una delle nostre strutture https://unilavoratori.sindacatofast.it/?q=node/163342. Avvio di un ricorso per decreto ingiuntivoSe non ricevi risposta, il passo successivo è presentare un ricorso per decreto ingiuntivo presso il Tribunale. Questa procedura è più rapida rispetto a una classica vertenza lavorativa. Ti serviranno documenti come buste paga, CU, contratto di lavoro e comunicazioni con il datore.Procedura del decreto ingiuntivo

  • Il giudice esamina la documentazione e emette il decreto di pagamento di solito entro 20 giorni.
  • Se accettato, il datore ha 40 giorni per pagare o opporsi. In caso di opposizione, si avvia un procedimento giudiziario con udienza.

3. Passaggi se il datore non effettua il pagamentoSe il datore non paga e non fa opposizione, puoi notificare un atto di precetto, concedendo ulteriori 10 giorni per il pagamento. Se il pagamento non avviene, si procede al pignoramento.Tipologie di pignoramento dei beniIl pignoramento serve a sequestrare i beni del datore. Le opzioni includono:

  • Pignoramento presso terzi: blocco dei fondi sul conto aziendale.
  • Pignoramento nei locali aziendali: sequestri di beni materiali.
  • Pignoramento immobiliare: beni immobili intestati al datore di lavoro.

Se i beni vengono trovati, il giudice emette un’ordinanza di assegnazione per versare le somme dovute.4. Procedura di liquidazione giudiziariaSe il datore è insolvente e non ha beni pignorabili, si può richiedere una liquidazione giudiziaria. Questo processo accerta la situazione patrimoniale dell’azienda e, se accertato lo stato d'insolvenza, permette di accedere al Fondo di Garanzia INPS.5. Funzionamento del Fondo di Garanzia INPSIl Fondo di Garanzia INPS è fondamentale per i lavoratori non pagati. Interviene in due scenari:

  • Procedure concorsuali: se il datore è fallito.
  • Assenza di procedure concorsuali: se il rapporto di lavoro è cessato e il credito rimane insoluto.

In questo caso, è necessario dimostrare che hai agito diligentemente nel tentativo di recupero.6. Procedura di richiesta al Fondo di GaranziaPer accedere al Fondo, è necessario presentare una domanda all’INPS, allegando:

  • Il decreto ingiuntivo o atti giudiziari comprovanti il credito.
  • Prove di tentativi di recupero.
  • Coordinate bancarie per il pagamento.

Tempistiche di erogazioneSe la domanda è accettata, il pagamento avviene entro 60 giorni.7. ChiusuraAffrontare un datore di lavoro che non paga non è semplice, ma il sistema legale italiano offre strumenti efficaci per la tutela dei lavoratori. Ogni passaggio, dalla comunicazione ufficiale al decreto ingiuntivo fino al pignoramento e all’accesso al Fondo di Garanzia INPS, è studiato per garantire il recupero delle somme dovute.  

Martedì, Marzo 4, 2025

VENETO: FAST-CONFSAL VINCE LA PRIMA CAUSA PER LE FERIE IN CLEAN SERVICE Vittoria storica per i lavoratori: il tribunale conferma il diritto all’indennità ferie

Il tribunale di Venezia, con sentenza numero 361/2024, ha dato finalmente ragione a quello che la FAST Confsal sostiene da tempo. Si tratta di un'importante vittoria per tutti i lavoratori che, nel corso degli anni, hanno visto negati i loro diritti in merito all'indennità di pagamento delle ferie. Questa decisione rappresenta un punto di svolta che potrebbe aprire la strada a numerose altre rivendicazioni.Come segreteria del Veneto, abbiamo da tempo avviato una serie di vertenze per garantire ai lavoratori il giusto riconoscimento economico per le ferie maturate e non correttamente retribuite. Con la società Trenitalia, solo nella nostra regione, sono state vinte venticinque cause relative al pagamento corretto di tale indennità. Ora possiamo affermare con orgoglio che questo diritto può essere esteso a tutti quei lavoratori che percepiscono diverse indennità previste dal contratto nazionale di riferimento.La prima causa contro Clean Service è stata particolarmente complessa ma ha posto le basi per le future azioni legali che i nostri associati e simpatizzanti potranno intraprendere con il nostro supporto. Questa sentenza costituisce un precedente giuridico fondamentale, che rafforza la posizione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali nella lotta per il riconoscimento di diritti troppo spesso ignorati.Nonostante questa significativa vittoria, resta ancora molto da fare. Il tribunale di Venezia tende a riconoscere il diritto all'indennità ferie solo per il numero minimo di giorni previsti dalla legge, ovvero 20, mentre il nostro obiettivo è far riconoscere le quattro settimane intere, pari a 28 giorni, come previsto dalla contrattazione collettiva.Grazie al contributo del neo ufficio vertenziale FAST Confsal, siamo pronti ad avviare una campagna massiva di cause legali non solo contro Clean Service ma anche contro la società Elior, che si occupa della ristorazione a bordo treno ed è parte della stessa ATI.Questo è solo l'inizio di un percorso che porterà giustizia ai lavoratori che per troppo tempo hanno subito trattamenti iniqui. Continueremo con determinazione a far valere i diritti dei dipendenti e a combattere per condizioni di lavoro più giuste e dignitose per tutti. 

Martedì, Marzo 4, 2025

CCNL E DIRITTO DI SCIOPERO Contratto bloccato, diritti a rischio: la battaglia sullo sciopero spacca il tavolo negoziale

La riunione del 25 febbraio ha confermato la frattura nel tavolo negoziale per il rinnovo del CCNL, con un contrasto sempre più evidente tra due fronti opposti. Da un lato FAST-Confsal, ORSA e UGL Ferrovieri hanno ribadito con fermezza la volontà di difendere il diritto di sciopero, rifiutando qualsiasi compromesso che ne limiti l’esercizio. Dall’altro, Filt CGIL, FIT CISL e UILTrasporti hanno imposto un diktat chiaro: il tavolo unico può ricomporsi solo se viene ritirato lo sciopero contro le modifiche alla normativa imposte dalla Commissione di Garanzia. Una condizione irricevibile per chi ritiene che questa battaglia non sia una mera questione contrattuale, ma una difesa imprescindibile dei diritti dei lavoratori.L’incontro si è svolto già in una logica di separazione, con FAST-Confsal, ORSA e UGL Ferrovieri riuniti per discutere la loro posizione rispetto a un negoziato che rischia di impantanarsi proprio per le divisioni interne al sindacato. L’accusa è chiara: mentre da mesi si lotta per portare avanti il rinnovo contrattuale, Filt CGIL, FIT CISL e UILTrasporti hanno deciso di attivare procedure di raffreddamento in modo autonomo, spezzando ulteriormente il fronte e cercando di imporre la propria linea alle altre sigle. Se l’obiettivo è davvero chiudere il contratto, allora bisogna riconoscere che non si può negoziare senza un reale equilibrio di forze. Chi oggi chiede di abbandonare lo sciopero sta – di fatto – privando i lavoratori dell’unico strumento capace di riequilibrare il tavolo negoziale e lasciando piena libertà alle aziende di condurre la trattativa secondo i propri interessi.Sono trascorsi oltre sedici mesi dall’inizio delle trattative e ancora non si è arrivati a risultati concreti. Si continua a chiedere e a prendere tempo mentre si pretende che FAST-Confsal, ORSA e UGL Ferrovieri depongano le armi in nome di una trattativa che, senza pressione, rischia di rimanere bloccata all’infinito. Nel frattempo, le modifiche al diritto di sciopero introdotte dalla Commissione di Garanzia sono state accolte con sorprendente passività da CGIL, CISL e UIL, il che lascia intendere che per qualcuno il prezzo di un tavolo negoziale senza scossoni sia proprio la rinuncia alla mobilitazione.Il Tribunale di Roma, in seguito al ricorso d’urgenza presentato ex articolo 28 da UGL Ferrovieri, ORSA Ferrovie e FAST-Confsal contro l’aumento unilaterale dei treni garantiti disposto dal Gruppo FSI, ha stabilito che è venuta meno la materia del contendere, poiché nei giorni successivi all’incremento delle prestazioni indispensabili indicate da Trenitalia, la Commissione di Garanzia è intervenuta emanando un’indicazione poi recepita nella nuova regolamentazione provvisoria disposta dall’Autorità e impugnata al TAR da FAST-Confsal, ORSA e UGL Ferrovieri.Pur rispettando la sentenza, la riteniamo profondamente errata e presenteremo formale opposizione. Anche se il pronunciamento dovesse arrivare tra molto tempo, non possiamo permettere che la condotta della società resti impunita. Lo dobbiamo a tutti i ferrovieri del Gruppo FSI e all’intero sindacato, affinché venga ripristinato un principio fondamentale di rispetto delle Relazioni Industriali, dei lavoratori e del diritto di sciopero.Alla fine della riunione è stato comunque proposto un calendario di incontri, con una prima sessione fissata per il 6, il 7 e il 12 marzo. Ma il nodo centrale resta irrisolto. La trattativa è bloccata non per lo sciopero, ma per il tentativo di silenziare chi ancora lotta per difendere i diritti dei lavoratori.FAST-Confsal non arretrerà di un passo: il diritto di sciopero non è merce di scambio. Chi oggi sceglie di sacrificarlo per accelerare il rinnovo contrattuale dovrà assumersi la responsabilità di aver svenduto una delle ultime leve di pressione a disposizione dei lavoratori. 

Martedì, Marzo 4, 2025

LA FRAMMENTAZIONE DEL TAVOLO NEGOZIALE: STRATEGIA O CONSEGUENZA? Procedure in bilico. La rottura che complica il rinnovo

C’era un percorso tracciato, un negoziato che, seppur tra mille difficoltà, aveva mantenuto un fronte unitario. Eppure, all’improvviso, il 20 febbraio scorso, tutto è cambiato. I sindacati confederali FILT-CGIL, FIT-CISL e UILTrasporti hanno avviato inaspettatamente una procedura di raffreddamento, una mossa che ha stravolto il tavolo negoziale. Nulla faceva presagire una tale decisione, soprattutto perché, appena il giorno prima, l’amministratore delegato del Gruppo FS, Stefano Donnarumma, aveva dichiarato al TG1 che la vertenza contrattuale si sarebbe chiusa entro poche settimane. Se il dialogo era ancora in corso e tutti ritenevano necessario accelerare la chiusura del negoziato, adeguandolo alle esigenze dei lavoratori e rendendolo sostenibile per le imprese, perché allora rompere gli equilibri?Il tempo che trascorre rischia di penalizzare solo i lavoratori, ed è per questo che andavano concentrati tutti gli sforzi possibili verso una soluzione.Il risultato è stato immediato: il tavolo negoziale previsto per il 25 febbraio, nel quale si sarebbero dovuti affrontare i temi più caldi, come l’orario di lavoro e successivamente la retribuzione, si è trasformato in un incontro meramente tecnico, come previsto dalla legge 146/90 sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Non più un negoziato tra le parti ma un confronto regolamentato dalla normativa, con regole ben precise e obiettivi più limitati. Di fronte a questa improvvisa virata, anche FAST-Confsal, ORSA e UGL Ferrovieri hanno scelto di avviare le proprie procedure di raffreddamento, costringendo il Gruppo FS Italiane a rivedere la convocazione e a rimodulare il calendario degli incontri.La situazione ha preso una piega inaspettata. Se inizialmente la divisione sembrava involontaria, con il passare dei giorni il dubbio si è insinuato tra gli addetti ai lavori: il Gruppo FS ha realmente interesse a negoziare su più tavoli separati oppure sta semplicemente reagendo a pressioni esterne? La strategia del “divide et impera” ha una lunga storia nelle relazioni industriali, ma la domanda resta: chi ne trae beneficio in questa fase così delicata del rinnovo contrattuale?Quello che è certo è che la divisione del tavolo negoziale non giova ai lavoratori. Un confronto frammentato rischia di ridurre l’efficacia della trattativa, disperdendo le forze e rallentando il processo di negoziazione. FAST-Confsal, ORSA e UGL hanno più volte ribadito che un tavolo unitario rappresenta la via maestra per garantire un contratto che risponda davvero alle esigenze del personale ferroviario. Eppure, si trovano ora a dover negoziare in un contesto frammentato, con il rischio che le loro rivendicazioni finiscano per essere indebolite da questa nuova configurazione.Se il Gruppo FS ha deciso autonomamente di separare i tavoli o se lo ha fatto su sollecitazione di altri attori, resta un interrogativo aperto. Ciò che appare chiaro, però, è che questa divisione complica la trattativa, rendendola più lenta e meno incisiva. La storia insegna che frammentare i negoziati raramente porta a risultati migliori. Se l’obiettivo è davvero chiudere il rinnovo contrattuale entro poche settimane, allora sarebbe opportuno ricompattare il confronto e riportarlo nell’alveo di un dibattito costruttivo e unitario.  

Martedì, Febbraio 25, 2025

AVVIATA LA NUOVA SFIDA PER LE ELEZIONI DELLE RSU/RLS IN ATVO SPA

Dopo anni di attesa, finalmente è giunta l'ora per i nostri iscritti in ATVO spa di partecipare fattivamente alle elezioni RSU.Già tre anni fa avevamo tentato di candidare i nostri lavoratori alle elezioni indette in ATVO ma, a causa di un vizio di forma, il tribunale di Venezia non accettò la nostra candidatura, peraltro fortemente osteggiata dalle sigle sindacali confederali. Quella di osteggiare le nostre candidature all’interno di regolari elezioni dei rappresentanti dei lavoratori è, come potrete leggere anche in un altro articolo del nostro notiziario, una pratica tanto diffusa quanto insopportabile. Ciò accade troppo spesso, soprattutto in aziende in cui certi livelli di rappresentanza e di confronto sono cristallizzati da tempo e potrebbero essere “turbati” dal nostro arrivo e dal nostro modo di fare sindacato.Oggi, pur rimanendo prudenti, siamo convinti di poter finalmente partecipare alle elezioni e portare la voce della FAST-Confsal in azienda, per garantire la massima trasparenza e professionalità per cui il nostro sindacato non è secondo a nessuno.Seppur non firmataria del CCNL in vigore negli autoferrotranvieri, la FAST-Confsal non si è mai tirata indietro di fronte ai problemi che tutti i giorni i lavoratori del TPL affrontano. Infatti, abbiamo denunciato varie violazioni in merito alla sicurezza, facendo intervenire anche le istituzioni e coinvolgendo l'Ispettorato del Lavoro. Ci siamo battuti con forza per migliorare le condizioni di guida degli autisti, segnalando turni massacranti e carenze strutturali che mettono a rischio sia i lavoratori, sia l'utenza.Siamo convinti che i nostri futuri rappresentanti, se saranno eletti, daranno un contributo fattivo e miglioreranno le condizioni di lavoro all'interno dell'azienda ATVO. La nostra idea di sindacato non è quella di occupare poltrone, ma di essere al fianco dei lavoratori con impegno e dedizione, ascoltando le loro esigenze e portando avanti battaglie concrete per i loro diritti.In attesa della data certa delle elezioni – che sarà presumibilmente nei primi giorni di marzo – vi daremo tutte le informazioni su come votare i nostri rappresentanti. Ora più che mai, è importante far sentire la propria voce e scegliere chi realmente si impegna per la tutela dei lavoratori. 

Martedì, Febbraio 25, 2025

LE CONTESTAZIONI DISCIPLINARI SUL LAVORO COME AFFRONTARLE SENZA PANICO: PARTE 2

Approfondimenti e Suggerimenti per Affrontare una Contestazione DisciplinareAffrontare una contestazione disciplinare richiede attenzione e preparazione. Ecco alcuni suggerimenti chiave da considerare.Raccogli Prove e DocumentazioneÈ essenziale raccogliere tutte le prove pertinenti a sostegno della tua versione dei fatti. Ciò include email, messaggi, registrazioni o testimonianze di colleghi. Ogni elemento può rivelarsi cruciale nella tua difesa.Mantieni una Comunicazione ProfessionaleQuando prepari la tua risposta, è importante mantenere un tono professionale e rispettoso. Evita linguaggio offensivo e eccessive emozioni. Un approccio calmo e razionale contribuisce a un clima favorevole per la risoluzione della disputa.Considera la Possibilità di un IncontroRichiedere un incontro con il tuo superiore o il responsabile delle risorse umane può essere utile per chiarire la contestazione. Avrai l’opportunità di esporre direttamente la tua versione dei fatti e chiarire eventuali malintesi.Valuta le ConseguenzePrima di inviare la tua risposta, rifletti sulle possibili conseguenze della contestazione e sulla tua difesa. Considera come la situazione potrebbe evolvere e se sia opportuno cercare un accordo o una conciliazione, specialmente se la contestazione può influire sulla tua carriera.Quando Rivolgersi a un ProfessionistaSe la contestazione può portare a sanzioni severe come sospensione o licenziamento, è fondamentale consultare un avvocato specializzato in diritto del lavoro. Un professionista può fornire una valutazione obiettiva della situazione, aiutarti a capire le opzioni legali e rappresentarti in eventuali procedimenti.ConclusioneLa chiave per gestire efficacemente una contestazione disciplinare è nella preparazione, nella raccolta di evidenze e nella comunicazione chiara e professionale. Una risposta tempestiva e ben strutturata aiuta a garantire che la tua voce venga ascoltata e rispettata.Tipologie di Sanzioni DisciplinariLe sanzioni derivanti da una contestazione variano a seconda del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicabile. Le sanzioni possono essere classificate in tre categorie:

  1. Sanzioni Leggere: Censura o ammonimento per comportamenti inadeguati.
  2. Sanzioni Medie: Multa o sospensione, a seconda della gravità dell’infrazione.
  3. Sanzioni Severe: Licenziamento, che può essere immediato per infrazioni molto gravi (es. furto, violenza).

Ogni CCNL stabilisce procedure specifiche per le contestazioni e le sanzioni, garantendo il diritto alla difesa del lavoratore.Licenziamento per Giusta CausaIl licenziamento, una delle sanzioni più severe, deve essere giustificato da motivazioni solide. Esso può avvenire:

  • Con Preavviso: In caso di assenteismo ingiustificato, basso rendimento o comportamento inadeguato.
  • Senza Preavviso: Per mancanze gravi, come furto, violazione delle norme di sicurezza o comportamenti violenti.

Il licenziamento deve sempre essere documentabile e conforme alle normative vigenti.In sintesi, i lavoratori devono essere consapevoli dei diritti e delle procedure che li riguardano, adottando un approccio professionale e ben informato quando affrontano contestazioni disciplinari. 

Martedì, Febbraio 25, 2025

FERROVIE DEL SUD EST: DEMOCRAZIA SINDACALE A RISCHIO Elezioni RLS tra regole cambiate e esclusioni mirate

Finalmente, dopo diverse richieste da parte delle Ferrovie del Sud Est, entità facente parte del Gruppo FSI (e già è anomalo che sia un’azienda a chiederlo a gran voce) le Organizzazioni Sindacali riescono a fare un accordo per attivare l’elezione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.L’RLS è un ruolo estremamente importante perché è il tramite tra le problematiche dei lavoratori e l’azienda ed è garante del corretto funzionamento del “sistema sicurezza” sul luogo di lavoro.La prima stranezza è che, purtroppo, in netta contrapposizione con gli accordi interconfederali del 2014, le OO.SS. decidono di attivare la sola elezione RLS dimenticandosi delle RSU, in un ambiente in cui non si sono mai votate le rappresentanze dei lavoratori.In tale contesto FAST Confsal, proprio quest’anno, ha avuto un discreto numero di adesioni in azienda e avendo due ragazzi che si sentivano pronti a ricoprire il ruolo di RLS, ha ben pensato di candidarli.Certi che, su un tema così delicato, vi fosse compattezza e interesse per far sì che i lavoratori potessero democraticamente scegliere i propri rappresentanti, abbiamo provveduto a far presentare le candidature a due nostri RSA.Succede purtroppo che un’Organizzazione Sindacale come la nostra, neoentrata in azienda, sia forse particolarmente scomoda e quindi le altre Organizzazioni Sindacali, che in prima battuta avevano redatto un regolamento che prevedeva che la candidatura fosse libera tra tutti i lavoratori (apprezzabilissimo ma contro il Dlgs 81), subito dopo abbiano deciso di modificare il regolamento elettorale.Queste Organizzazioni Sindacali si arrogano, quindi, il diritto di dichiarare che si possono candidare “tutti gli RSA delle organizzazioni sindacali costituite e riconosciute in azienda”, contrariamente a quanto previsto dal Dlgs. stesso che, invece, non crea il distinguo tra Organizzazioni riconosciute o no. Le stesse OO.SS. aggiungono, inoltre, sempre inventandosi regole ad hoc che, qualora un RSA sia distolto dal ruolo (scelta che avviene anche d’iniziativa sindacale), poi decada da RLS (ruolo invece per il quale è stato votato).In tutto ciò ci chiediamo: dov’è la democrazia? Come possono delle Organizzazioni Sindacali che predicano la correttezza e la democrazia arrogarsi il diritto di creare regolamenti su misura?Come se non bastasse, siccome non c’erano molti candidati, le OO.SS. stesse hanno dovuto insistere con diversi RSA o addirittura nominarli/sostituirli al momento per poi farli candidare. Artifizi creati appositamente per escludere un’Organizzazione Sindacale che, di certo, non pretendeva di vincere ma, quantomeno, di partecipare e gareggiare lealmente con gli altri.E in tutto ciò l’azienda cosa fa? Si chiude occhi e naso?Certamente la FAST non starà a guardare e gli organi competenti avranno il compito di giudicare ma una cosa è certa: una brutta pagina è stata scritta in questa azienda e non possiamo che augurarci che sia un caso isolato.I lavoratori devono essere sempre liberi di scegliere da chi essere rappresentati e da chi farsi tutelare. 

Martedì, Febbraio 25, 2025

MANUTENZIONE INFRASTRUTTURE DI RFI IN VENETO Analisi di una regione spaccata in due

Dopo tredici mesi dall'accordo con RFI sulla manutenzione infrastrutture, ci troviamo in Veneto con una spaccatura netta tra le due DOIT.Da un lato la DOIT di Venezia ha siglato l'accordo territoriale, cercando di mitigare e migliorare le condizioni lavorative di chi opera nelle infrastrutture, ponendo l'accento sulle migliorie da apportare all'orario di lavoro e alla qualità del riposo con l’obiettivo di garantire quanti più riposi nei weekend agli operatori di manutenzione infrastruttura.Infatti, sono stati raggiunti dei buoni risultati e l'accoglienza da parte dei lavoratori è stata buona, visti gli esiti delle votazioni referendarie nella maggior parte dei nuclei manutentivi.Nella vicina DOIT di Verona, invece, dopo svariati tentativi di arrivare alla firma, a oggi non è stato ancora sottoscritto alcun verbale d'accordo. I fattori sono molteplici. Da un lato l'azienda non fornisce garanzie sulle assunzioni o apporti di personale, dall'altro i lavoratori di manutenzione infrastruttura della DOIT di Verona sono fortemente contrari all'applicazione di una rotazione dei turni di lavoro con la compressione del riposo a 8 ore.Dopo mesi di trattative e di assemblee nel territorio tra i lavoratori, come FAST Confsal ci troviamo in una situazione di stallo. Come firmatari dell'accordo nazionale del 10 gennaio 2024, siamo consapevoli e convinti della sua bontà ma, davanti a un'azienda completamente impreparata a gestire la grande mole di assunzioni per garantire il minimo dell'accordo e alla mancanza di una programmazione seria e oculata della formazione del personale (di fondamentale importanza per garantire gli standard minimi di qualità dell'infrastruttura), non siamo in grado nemmeno di portare ai lavoratori una prospettiva sul lavoro futuro che possa definirsi dignitosa e rispettosa dei dettami stessi.Questa situazione di stallo non solo crea un clima di tensione tra le parti coinvolte, ma rischia di compromettere seriamente la sicurezza e la qualità delle infrastrutture ferroviarie nella regione. L'assenza di un accordo territoriale a Verona ha già portato a una serie di problemi operativi, con turni di lavoro poco sostenibili e una crescente insoddisfazione tra i lavoratori. La necessità di un cambio di rotta da parte dell'azienda è dunque fondamentale per evitare il rischio di un deterioramento delle condizioni di lavoro e del servizio offerto.Uno dei punti più critici riguarda proprio la carenza di personale, una problematica che si riflette direttamente sulla gestione dei turni e sulla possibilità di garantire riposi adeguati. Senza un adeguato piano di assunzioni e formazione, il personale attualmente impiegato si trova a dover sostenere un carico di lavoro sempre più pesante, con conseguenze negative sul benessere psicofisico e sulla sicurezza operativa.Le assemblee sindacali continuano a essere momenti di confronto fondamentali, ma il rischio è che senza un'apertura da parte dell'azienda, la situazione rimanga invariata. I lavoratori chiedono garanzie precise su turni, riposi e nuove assunzioni, ma senza risposte concrete il malcontento potrebbe sfociare in forme di protesta più incisive. Già si stanno valutando possibili azioni di mobilitazione per portare la questione all'attenzione pubblica e ottenere un intervento risolutivo.Di fronte a questa impasse, FAST Confsal ribadisce la necessità di un tavolo di confronto serio e produttivo, che tenga conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte. L'obiettivo è garantire condizioni di lavoro dignitose, un servizio efficiente e, soprattutto, la sicurezza delle infrastrutture ferroviarie. La speranza è che, con il giusto impegno e la volontà di trovare soluzioni condivise, si possa arrivare a un accordo che tuteli i diritti dei lavoratori senza compromettere la funzionalità del servizio ferroviario in Veneto.  

Martedì, Febbraio 25, 2025

SCIOPERO SOTTO ATTACCO: I SINDACATI RILANCIANO - La Commissione di Garanzia impone vincoli, ma la mobilitazione non si ferma

La Commissione di Garanzia sullo sciopero nei servizi essenziali ha imposto il ritiro della mobilitazione prevista per il 23 febbraio nel settore ferroviario, accogliendo una segnalazione di Italo Spa. La decisione segue la controversa delibera 20/25 del 3 febbraio 2025, con cui la Commissione ha modificato unilateralmente le regole pattuite tra le organizzazioni sindacali e il Gruppo FSI sui servizi da garantire in caso di sciopero. FAST-Confsal, UGL Ferrovieri e OR.S.A. Ferrovie denunciano una compressione del diritto di sciopero e annunciano nuove iniziative.Oltre a sollevare la questione della rarefazione degli scioperi, Italo è intervenuta con un’interpretazione inusuale, classificando lo sciopero come “non politico” e, di conseguenza, non rientrante nelle tutele previste per questo tipo di agitazioni. In tal modo, la società si è arrogata un ruolo di giudizio, anziché limitarsi a quello di parte in causa. Un’interpretazione che i sindacati respingono con fermezza, sottolineando che la mobilitazione è stata proclamata in risposta a una serie di provvedimenti che limitano la libertà sindacale e il diritto di sciopero, pilastro delle relazioni industriali.“Definire ‘non politico’ uno sciopero che si oppone a decisioni che incidono direttamente sulle condizioni di lavoro e sulle regole del settore è una distorsione pericolosa. Se passa questo principio, ogni sciopero che contesta decisioni di natura istituzionale potrebbe essere invalidato arbitrariamente”, affermano le sigle sindacali.Il provvedimento della CGSSE impone un aumento dei servizi minimi garantiti per i treni a media e lunga percorrenza, portandoli dal 22% al 33%, sulla base di dati di affluenza forniti dal Gruppo FSI ma mai resi accessibili ai sindacati. Secondo le organizzazioni, l’innalzamento delle soglie consente alle aziende di ridurre drasticamente l’impatto degli scioperi, svuotandone l’efficacia. In parallelo, Italo – che da anni applica unilateralmente il 50% dei treni garantiti – è entrato nella querelle segnalando lo sciopero alla Commissione. La risposta della CGSSE è stata immediata e il 6 febbraio ha ordinato la revoca dello sciopero, richiamando le due delibere precedenti che vietano la sovrapposizione di scioperi con servizi minimi differenziati, oggetto di contestazione da parte del sindacato, alimentando lo scontro ignorando le richieste di confronto.“Avete consegnato il diritto di sciopero dei ferrovieri completamente nelle mani dei datori di lavoro, compromettendo i rapporti di forza nelle relazioni sindacali aziendali”, si legge nella dichiarazione inviata alla CGSSE. Di fronte a questa stretta, FAST-Confsal, UGL F. e OR.S.A. hanno confermato la volontà di riprogrammare lo sciopero in un’altra data, ribadendo che la battaglia per la libertà sindacale non si ferma.“Non possiamo accettare che il diritto di sciopero venga eroso con decisioni che favoriscono le imprese a scapito dei lavoratori”, affermano i sindacati; “è il momento di una risposta compatta per difendere un principio fondamentale, senza divisioni o cedimenti.”L’effetto delle nuove delibere potrebbe rivelarsi paradossale: anziché ridurre le giornate di sciopero, il divieto di concentrare le proteste in un’unica data obbligherebbe a frammentarle, aumentando il disagio per i passeggeri. Per i sindacati, il vero problema è l’uso strumentale delle norme: sembra che le aziende determinino i servizi minimi in base agli incassi attesi, anziché alle effettive esigenze di mobilità e alla ripresa del servizio dopo lo sciopero. Inoltre, questo principio è utilizzato come deterrente nei confronti dei lavoratori, scoraggiando le mobilitazioni.“Il diritto di sciopero non può essere sacrificato per esigenze economiche o di immagine”, sottolineano. La partita resta aperta e i prossimi mesi saranno decisivi per capire se la mobilitazione riuscirà a far valere le proprie ragioni. 

Martedì, Febbraio 18, 2025

RINNOVO CCNL E SICUREZZA: GRANDE PARTECIPAZIONE ALL'INCONTRO FAST-CONFSAL SICILIA E TOSCANA

Si è svolto lo scorso 24 gennaio a Catania, nella sede della FAST – Confsal sita in viale della Libertà, un incontro con i lavoratori sui temi del rinnovo del prossimo CCNL attività ferroviarie e della sicurezza del personale. Un evento che ha riscosso una buona adesione e grande partecipazione non solo in presenza, ma anche da remoto con collegamenti online.L'evento, organizzato in contemporanea con la segretaria regionale Toscana FAST - Confsal, ha avuto numerosi interventi e un animato confronto sugli attualissimi temi del CCNL e della sicurezza e ha rappresentato un’occasione per confrontarci e scambiarci anche dei feedback da varie parti d'Italia, coinvolgendo colleghe e colleghi di diverse imprese ferroviarie che operano su tutto il territorio nazionale.L’incontro è stato infine un’opportunità per presentare l'iniziativa unitaria delle spille contro la violenza, un messaggio chiaro per dire “Stop alle aggressioni, la violenza non prende il treno”.Le segreterie Sicilia e Toscana FAST – Confsal propongono una replica di incontri come questo, da estendere anche alle altre segreterie FAST – Confsal presenti sul territorio nazionale, in modo da ampliare il confronto e migliorare il dibattito, facendo emergere le problematiche che insistono sui territori e che riguardano tutto il mondo del trasporto ferroviario sia merci, sia passeggeri. 

Martedì, Febbraio 18, 2025

ROSARNO GUARDA AL FUTURO: FAST-CONFSAL ALLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DI RESTYLING DELLA STAZIONE

Lo scorso 1 febbraio la segreteria regionale Calabria FAST Confsal è stata invitata alla cerimonia di presentazione alla cittadinanza del progetto di riqualificazione della stazione di Rosarno. L’ex rappresentante del settore circolazione RFI di FAST Confsal ed ex DCO Rocco Dominici, dopo un excursus storico con foto di fine ‘800 della stazione, ha illustrato il progetto di restyling che prevede ristrutturazione del fabbricato con un atrio più ampio, nuove sedute e pensiline per l’utenza, rifacimento del sottopasso, un ascensore, innalzamento dei marciapiedi e parcheggi taxi, auto, cicli e motocicli.Alla nuova rappresentante del settore di circolazione RFI FAST Confsal, Chiara Borrello, delegata dal segretario regionale Domenico Battaglia, sono state affidate le conclusioni. Borrello ha evidenziato la necessità di una metropolitana di superficie fino a Rosarno dato che ad oggi, copre la tratta Melito Porto Salvo – Villa S. Giovanni. La stazione serve vari paesi ed è importante per chi viaggia per cure mediche e per i pendolari. Ha ricordato che l’ammodernamento della stazione è già iniziato circa due anni fa con l’installazione nell’ufficio dei dirigenti movimento dell’ACC (Apparato Centrale Computerizzato) in sostituzione del vecchio banco ACEI: nuove tecnologie che migliorano la sicurezza. Ha ricordato poi che per implementare il servizio e creare una metropolitana di superficie ci sono stati nel tempo più incontri con la direzione regionale Calabria di Trenitalia. 

Martedì, Febbraio 18, 2025

SARDEGNA: VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI SCIOPERO I SINDACATI DENUNCIANO RFI

L’8 febbraio si è svolto in Sardegna uno sciopero unitario del personale della Circolazione RFI, un’azione di protesta motivata dal crescente disagio dei lavoratori per condizioni di lavoro sempre più insostenibili. Altissima l’adesione, confermando la necessità di un intervento per migliorare la qualità della vita lavorativa, ma ancora una volta, RFI ha tentato di aggirare il diritto di sciopero con pratiche già contestate e dichiarate illegittime dalla legge. L’azienda ha sostituito i lavoratori scioperanti con dirigenti e personale con abilitazioni specifiche, non previsti nei turni di servizio, vanificando l’efficacia della mobilitazione.L’azione è stata denunciata dai sindacati con diffida, alla quale RFI non ha dato seguito. Di fronte a questo comportamento, le OO.SS. hanno presentato un esposto alla Commissione di garanzia e all’Osservatorio nel settore dei trasporti, per condotta antisindacale dell’azienda e chiedendo un intervento.Le sentenze della Corte di Cassazione, n. 10811 del 3 giugno 2009 e n. 12551 del 22 maggio 2019, vietano la sostituzione del personale scioperante con altre figure, in quanto tale pratica mina il diritto di sciopero.Nonostante tutto, RFI persevera nel portare avanti strategie che vanificano le proteste dei lavoratori.Preoccupazione delle OO.SS. anche per l’assenza di dialogo con la dirigenza che accrescono il malcontento dei lavoratori.Le OO.SS. ribadiscono determinazione nel contrastare queste condotte e annunciano altre proteste se RFI non cambierà atteggiamento. L’obiettivo è ottenere condizioni di lavoro più dignitose e rispetto dei diritti sindacali, senza ricorrere a segnalazioni per far valere quanto previsto dalla legge. 

Martedì, Febbraio 18, 2025

LE CONTESTAZIONI DISCIPLINARI SUL LAVORO COME AFFRONTARLE SENZA PANICO: PARTE 1

Le contestazioni disciplinari rappresentano un momento delicato nella relazione tra lavoratore e datore di lavoro. Spesso, il lavoratore si trova spaesato di fronte a un’accusa formale, con il timore di conseguenze che potrebbero ripercuotersi sulla propria carriera. La buona notizia è che le regole esistono e, se rispettate, tutelano i diritti di entrambe le parti. Approfondiamo il tema, con particolare attenzione a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 16088 del 10 giugno 2024, e sfatiamo alcuni miti comuni.La tempestività della contestazione disciplinare: cosa dice la Cassazione.Uno degli aspetti più importanti delle contestazioni disciplinari è il loro tempismo. La Corte di Cassazione ha ribadito, con l’ordinanza n. 16088/2024, che la contestazione deve essere tempestiva. Ma cosa significa esattamente?Il principio è chiaro: il datore di lavoro deve agire in tempi rapidi dopo aver avuto conoscenza dell’infrazione. Questo serve a garantire trasparenza e a evitare che il lavoratore si trovi a dover rispondere di fatti troppo lontani nel tempo, quando magari non è più in grado di difendersi adeguatamente.Tuttavia, ci sono delle eccezioni. La Cassazione ha specificato che un ritardo nella contestazione può essere considerato giustificato in due casi:1.         difficoltà nell’accertamento dei fatti: Se l’infrazione richiede un’analisi approfondita o un’indagine interna complessa, il tempo necessario per effettuare queste verifiche può giustificare il ritardo.2.         grandi organizzazioni aziendali: In realtà aziendali particolarmente ampie o articolate, il processo di raccolta delle informazioni e di comunicazione interna può richiedere più tempo.Il lavoratore ha quindi il diritto di verificare se il ritardo nella contestazione sia effettivamente legato a una di queste motivazioni. In caso contrario, la contestazione potrebbe essere ritenuta irregolare.Mito sfatato: non è vero che dopo tre contestazioni arriva il licenziamento.Un altro aspetto che genera molta confusione è la convinzione che tre contestazioni disciplinari portino automaticamente al licenziamento. Questo non è vero. Non esiste una “regola delle tre contestazioni” nel diritto del lavoro.Ciò che conta realmente è la gravità dell’infrazione commessa. In alcuni casi, un singolo episodio particolarmente grave può giustificare il licenziamento, mentre in altre tre contestazioni di lieve entità potrebbero non avere questa conseguenza.Ogni situazione va valutata caso per caso, considerando:•          La natura dell’infrazione.•          Le circostanze in cui si è verificata.•          L’impatto sul rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro.Questo approccio evita automatismi e garantisce che il licenziamento sia utilizzato solo quando davvero necessario.Le sanzioni disciplinari: quanto restano nel fascicolo del dipendente?Una delle domande più frequenti dei lavoratori riguarda la durata delle sanzioni disciplinari nel proprio fascicolo. La risposta è chiara: una sanzione disciplinare ha effetto per un periodo di due anni.Ciò significa che, trascorsi due anni senza ulteriori infrazioni, quella precedente non può più essere utilizzata per giustificare sanzioni più gravi o per dimostrare una recidiva. Al contrario, se il lavoratore commette un’altra infrazione entro il biennio, la nuova contestazione potrebbe essere considerata più grave proprio a causa della recidiva.Questa regola sottolinea l’importanza di un comportamento corretto dopo aver ricevuto una sanzione disciplinare, dando al lavoratore la possibilità di dimostrare di aver imparato dall’errore.Continua sul prossimo numero 

Martedì, Febbraio 18, 2025

ROMA SI MUOVE VERSO LA PARITÀ DI GENERE NEL TRASPORTO PUBBLICO UNA RIVOLUZIONE NECESSARIA

Negli ultimi anni, il settore del TPL nella Regione Lazio, ha registrato passi avanti verso la parità di genere. Tuttavia, le istituzioni e le aziende devono ancora adottare misure concrete. Ecco alcune nostre proposte:1.Installazione di bagni nei capolinea e sostituzione dei bagni chimici. La realizzazione di bagni accessibili e la rimozione dei bagni chimici migliorerebbero notevolmente le condizioni di lavoro, garantendo maggiore comfort e dignità durante i turni.2.Politiche di flessibilità lavorativa. Permettere turni personalizzati e lavoro part-time, in particolare per le famiglie monogenitoriali. La flessibilità ridurrebbe lo stress lavorativo e migliorerebbe il benessere del personale.3.Asili nido aziendali. L'istituzione di asili nido presso le aziende di trasporto sarebbe un aiuto nella gestione familiare per i dipendenti con figli piccoli.4.Sensibilizzazione e formazione interna. Promuovere corsi di formazione sul rispetto di genere creerebbe un ambiente di lavoro più sereno e collaborativo.5.Istituzione del Comitato Pari Opportunità nelle aziende di trasporto. Un CPO all’interno di ogni azienda con personale femminile potrebbe monitorare e garantire il rispetto della parità di genere, suggerendo interventi mirati per migliorare l’inclusione.L'adozione di queste misure, supportata dai fondi del PNRR e del Giubileo, consentirebbe di rafforzare l’uguaglianza di genere nel settore, migliorando la qualità del lavoro e la produttività. Un TPL più equo e sostenibile è possibile, con un impegno da parte delle istituzioni e delle aziende. La strada verso la parità di genere nel TPL è ancora lunga, ma con interventi mirati e un’azione congiunta si può garantire un futuro migliore per tutti. 

Martedì, Febbraio 18, 2025
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